Niente Consiglio costituzionale per la legge Gayssot

La legge sui crimini contro l’umanità non verrà sottoposta al Consiglio costituzionale[1]

(AFP)

Parigi – La legge Gayssot che ha introdotto il reato di contestazione di crimini contro l’umanità non sarà sottoposta al Consiglio costituzionale, ha deciso venerdì sera la Corte di cassazione, adita con una Question prioritaire de constitutionnalité (QPC) da un giornale di estrema destra.

La Corte di cassazione ha deciso di non trasmettere tale QPC al Consiglio costituzionale, ritenendo che essa non presentava “un carattere serio”, indica la sentenza trasmessa giovedì all’AFP.

Secondo la Corte di cassazione, “L’incriminazione criticata si riferisce a dei testi regolarmente introdotti nel diritto interno, che definiscono in modo chiaro e preciso l’infrazione di contestazione dell’esistenza di uno o più crimini contro l’umanità”.

Inoltre, aggiunge, la repressione di tale infrazione “non offende i principi costituzionali di libertà di espressione e di opinione”. La Corte non ha dunque giudicato utile trasmettere tale QPC al Consiglio costituzionale.

La procedura della QPC permette dopo il 1 Marzo a tutti i giudicabili di contestare davanti ai tribunali una disposizione legislativa già applicata, con la motivazione che essa offende i diritti e le libertà garantiti dalla Costituzione. Le giurisdizioni trasmettono poi le pratiche alla Corte di cassazione o al Consiglio di Stato, incaricati a loro volta di sottoporle, all’occorrenza, al Consiglio costituzionale.

In questo caso, l’affare riguardava certe frasi di Jean-Marie Le Pen pubblicate nel Gennaio 2005 dal giornale d’estrema destra Rivarol, che minimizzavano i crimini dei nazisti sotto l’Occupazione.

Le Pen aveva dichiarato: “In Francia per lo meno, l’Occupazione tedesca non è stata particolarmente inumana, anche se vi furono degli errori, inevitabili in un paese di 550.000 chilometri quadrati”.

L’8 Febbraio del 2008, il tribunal correctionnel[2] di Parigi aveva riconosciuto il presidente del Front national colpevole di “complicità di apologia di crimini di guerra” e di “contestazione di crimini contro l’umanità”. La Corte d’appello di Parigi aveva confermato tale condanna il 21 Gennaio 2009. I rappresentanti di Rivarol hanno sollevato una QPC con l’appoggio di Le Pen.

La legge Gayssot del 13 Luglio 1990 ha introdotto il reato di contestazione dell’esistenza di crimini contro l’umanità.

[1] http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5i2RLByztx3xcrN9htuVUpOwkAovA
[2] http://giustiziaincifre.istat.it/Nemesis/jsp/confrontiInt.jsp?id=2&nodi=2%7C8%7C7%7C11%7C14&page=../html/inter/ENG/fra_giu_ord_pen.jsp&pagina=../html/inter/ITA/fra_giu_ord_pen.jsp#TCR