Lo strabismo ideologico di Marcello Veneziani

Marcello Veneziani ha scritto qualche giorno fa un bell’articolo su Céline[1]. Devo però fargli un appunto, relativo alla sua affermazione che “gli unici intellettuali che hanno pagato di persona le loro idee o anche i loro deliri” sono stati i grandi scrittori finiti nei guai alla fine della seconda guerra mondiale (“i Céline, i Pound, i Brasillach, i Gentile, i Pericle Ducati, i Borsani, i Carl Schmitt, gli Hamsun...la stessa cosa non avvenne invece per gli intellettuali che sostennero il comunismo…Alcune idee si pagano, altre sono gratuite, se non addirittura ben pagate”).

Veneziani in questo caso scade nella faziosità: dimentica infatti il prezzo pagato, per limitarci a quanto avvenuto in Italia nel dopoguerra, da due grandi – e odiatissimi, dalla destra – scrittori comunisti, Pier Paolo Pasolini e Dario Fo.

Pasolini è stato trucidato[2] e a Dario Fo violentarono la moglie[3], e questo per le loro idee. Che la matrice di entrambi i delitti fosse politica è infatti un dato ormai acquisito. In entrambi i casi, manovalanza fascista e responsabilità istituzionali: lampanti nel caso di Franca Rame, più oscure ma ugualmente inquietanti nel caso di PasolinI[4].

Tutto ciò fa pensare alla definizione della malavita – fascista e non – data a suo tempo da Vincenzo Vinciguerra[5] quale “polizia ausiliaria dello Stato”.

[1] http://www.ilgiornale.it/cultura/celine_invettive_dannato_viale_tramonto/01-05-2010/articolo-id=442103-page=0-comments=1
[2] http://www.pasolini.net/vita_pasolini-ultima-verita.htm
[3] http://archiviostorico.corriere.it/1998/febbraio/18/Caso_Rame_nel_giro_della_co_0_9802185034.shtml
[4] Da notare al riguardo la presenza, come consulenti nella difesa del Pelosi, di Aldo Semerari e Fiorella Carrara, due periti – come riporta l’articolo citato in nota 2 – “utilizzati spesso dalla Banda della Magliana per avere false perizie”.
[5] Il sito di Vinciguerra è: http://www.marilenagrill.org/