L'Italia dei Sansonetti

Ha fatto discutere nei giorni scorsi l’appello in favore della “libertà di manifestazione” dei neofascisti del Blocco Studentesco firmato da un composito elenco di “intellettuali” postmoderni, cascami del bertinottismo, cascami del berlusconismo e avanzi vari del neofascismo anni ’70 e ’80[1].

Mi soffermo solo sui nomi di due dei firmatari: Piero Sansonetti e Ritanna Armeni. Sansonetti ha scritto un pezzo per giustificare la propria presa di posizione[2] in cui si lamenta del fatto che la sinistra “ha ancora una grande difficoltà ad accettare la parola libertà e il peso di questa parola”.

Ma davvero Sansonetti è così libertario come vorrebbe farci intendere? Non proprio, a giudicare da certe meschine censure di cui si rese protagonista quando era direttore di “Liberazione”.

Ricordiamo allora la censura ai danni del prof. Domenico Losurdo, a cui due anni fa Sansonetti negò il diritto di replica in seguito agli attacchi virulenti cui il noto studioso era stato fatto oggetto sul giornale in questione per un suo libro su Stalin[3].

Ricordiamo le svariate censure ai danni del vignettista di “Liberazione”, Enzo Apicella, di cui clamorosa l’ultima, riguardante una vignetta su Gaza[4].

Quanto a Ritanna Armeni, faceva parte del cda di “Liberazione” all’epoca del licenziamento di Fulvio Grimaldi (2003), reo di aver pubblicato un pezzo su Cuba non in linea con i bertinottiani[5].

Alla faccia del pluralismo e della libertà di espressione!

Ma il passaggio cruciale del pezzo di Sansonetti è il seguente:
“Tutti hanno tentato di dimostrarci (peraltro con incerti argomenti e pochi fatti) quanto siano cattivi e violenti i ragazzi del “Blocco”e di Casa Pound. Dando per scontata l’idea che se loro sono cattivi e violenti, noi non dobbiamo riconoscergli i diritti civili”.

Ammesso – e non concesso: fa ancora parte della Costituzione - che il reato di apologia di fascismo e la conseguente legge Scelba siano obsoleti; ammessa – e non concessa: la foto sopra è tutto un programma – la non pericolosità sociale del “Blocco”, il punto aberrante del ragionamento di Sansonetti è un altro: quello secondo cui anche i violenti hanno il diritto di manifestare. No! Picchiare e poi manifestare non è libertà ma squadrismo (esattamente come i tifosi violenti non hanno nessun “diritto” di andare allo stadio ma dovrebbero andare a firmare in commissariato)!

Le parole di Sansonetti sono poi doppiamente vergognose (come è doppiamente vergognoso l’appello in questione) alla luce del fatto che questi teorici dei diritti di libertà dei violenti osservano il silenzio più rigoroso quando si tratta dei diritti di libertà – per esempio - dei responsabili dei siti e dei blog sgraditi a Israele, certo non sospettabili neppure alla lontana di pericolosità sociale, nonostante l’immagine criminalizzante che si vuol dare di essi.

Tutto ciò è ripugnante ma non è certo una novità: l’Italia dei Sansonetti non ha in ubbia che delinque ma chi pensa con la propria testa.
[1] http://forum.politicainrete.net/politica-nazionale/61183-manifestazione-blocco-studentesco-appello-per-la-liberta-di-opinione.html
[2] http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=32237
[3] http://www.comunisti-cuorgne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=108:la-censura-di-qliberazioneq&catid=59:riflessioni&Itemid=77
[4] http://censurato.splinder.com/post/19420787/LIBERAZIONE+CENSURA+L
[5] http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o1591:e1