In ogni caso, un illustre ebreo del passato non sarebbe stato d’accordo. Sul blog di Paul-Eric Blanrue
[1], autore di “Sarkozy, Israël et les juifs”, è infatti possibile leggere il seguente estratto di…
Karl Marx (“Remarques à propos de la récente instruction prussienne sur la censure par un citoyen rhénan", Anekdota, vol. 1, 1843, in Karl Marx, “Œuvres”, tome III, “Philosophie”, Bibliothèque de la Pléiade, Gallimard, 1982):
“(…) La legge che se la prende con le convinzioni non è una legge dello Stato fatta per i cittadini, ma una legge fatta da un partito contro un altro partito. La legge tendenziosa sopprime l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. È una legge che divide invece di unire, e tutte le leggi che dividono sono reazionarie. Non è una legge ma un privilegio. (…) E come va applicata una legge di questo genere? Con un mezzo più ripugnante della legge stessa, con delle spie, o stabilendo in modo preliminare che certe scuole letterarie devono essere considerate integralmente sospette, con la riserva, si capisce, di indagare a quale scuola appartenga il tal individuo.
(…) [Questa legge] erige la censura, al posto di Dio, quale giudice del cuore”.
[1] http://sarkozyisraeletlesjuifs.blogspot.com/2010/04/marx-contre-gayssot.html