Parlando dei «documenti tecnici Topf ritrovati», Pressac si riferiva essenzialmente a due documenti, a uno dei quali, la lettera dell’ing. Fritz Sander ai fratelli Topf del 14 settembre 1942, nell’intervista, fece solo una velata allusione:«Quanto all’incinerazione concentrazionaria in serie, un rapporto del settembre 1942 dell’ingegnere Fritz Sander, il responsabile di di Prüfer, ne sviscera i vari aspetti e mostra che un confronto diretto coll’incinerazione civile non è valido» (p. 645).Perciò non è il caso di occuparsene qui.Sull’altro documento egli ritornò nel 1998:
«La questione del rendimento dei crematori di Auschwitz-Birkenau è risolta da una nota interna di Prüfer dell’8 settembre 1942, intitolata
Reichsführer-
SS,
Berlin-
Lichterfelde-
West,
Crematorio-
Auschwitz.
Confidenziale!
Segreto! in cui si indica che i tre forni a due muffole del crematorio I cremarono 250 corpi al giorno, i cinque forni a tre muffole del crematorio II 800 al giorno, 800 al giorno anche quelli del crematorio III, i due forni a quattro muffole del crematorio IV 400 al giorno e 400 al giorno anche quelli del crematorio V (ossia una capacità massima di 2.650 corpi al giorno che non fu mai raggiunta). Questa nota del migliore specialista tedesco dell’epoca in fatto di cremazione mostra che la capacità incineratrice totale – 4.756 corpi al giorno – annunciata dalla
Bauleitung di Auschwitz il 28 giugno 1943 ai servizi di Berlino è grossolanamente esagerata»
[32].
Pressac non volle mai pubblicare questo documento, che apparve in rete solo dopo la sua morte, nel 2004, proveniente, a quanto pare, dall’Archivio di Stato di Weimar, cui era stata destinata una parte del suo lascito documentario. Tuttavia il documento contraddice il riassunto di Pressac:«
Ich gab an, dass zur Zeit 3 Stück Zweimuffel-Öfen mit einer Leistung von 250 je Tag in Betrieb seien. Ferner wären
jetzt in Bau 5 Stück Dreimuffel-Öfen mit einer täglichen Leistung von 800. Zum Versand kämen heute und in den nächsten Tagen die von Mogilew abgezweigten 2 Stück Achtmuffel-Öfen mit einer Leistung von je 800 täglich»[33].
«Io
ho
dichiarato
che
ora
sono
in
funzione 3 forni a 2 muffole con una capacità [
di cremazione] di 250 [
cadaveri] al giorno. Inoltre sono attualmente in costruzione 5 forni a 3 muffole con una capacità [
di cremazione] giornaliera di 800 [
cadaveri]. Oggi e nei prossimi giorni saranno spediti i 2 forni a 8 muffole stornati da[
l contratto di] Mogilew con una capacità [
di cremazione] di 800 [
cadaveri] al giorno ciascuno».
Perciò, secondo il documento, il forno a 8 muffole dei futuri crematori IV e V aveva una capacità di cremazione di 800 cadaveri al giorno, non di 400, una capacità assurdamente identica a quella dei cinque forni a 3 muffole (15 muffole) dei futuri crematori II e III (ma all’epoca della redazione della nota, i crematori di Birkenau ancora non esistevano, sicché qui non si tratta di risultati di esercizio, ma di mere stime, per la verità oltremodo fantasiose).
Nel corso dell’intervista, Pressac dichiarò quanto segue:
«Ho incontrato varie volte Carlo Mattogno. I nostri confronti furono interessanti e istruttivi. Ho cessato ogni dialogo con lui appena mi sono accorto che, invece di prendere atto dei documenti che ho pubblicato – documentazione incontestabile perché redatta dagli ingegneri della ditta [
Topf] – egli si rifugiava dietro un'argomentazione in malafede per negarli»
[34].
Come ho spiegato nel mio Ricordo di Jean-Claude Pressac, egli si riferiva al mio studio Auschwitz: Fine di una leggenda, una critica serrata del suo libro Les crématoires d’Auschwitz. La machinerie du meurtre de masse che gli inviai in anteprima all'inizio di marzo del 1994. Egli non rispose mai nulla, né in pubblico né in privato, sicché questa «argomentazione in malafede» resta ancora enigmatica.
Al contrario, duole doverlo riconoscere, il resoconto del suo documento fondamentale sulla cremazione ad Auschwitz sconfinava davvero nella malafede.
Carlo MattognoAprile 2010[1] Effepi, Genova, 2009.
[2] Éditions du Seuil, Parigi, 2000.
[3] The Beate Klarsfeld Foundation, New York, 1989.
[4] CNRS Éditions, Parigi, 1993.
[5] Feltrinelli, Milano, 1994.
[6] Zeszyty oświęcimskie, 1995, pp. 309-329.
[7] Sulla questione vedi il mio libro
Hitler e il nemico di razza. Edizioni di Ar, 2009, cap. III, L’“ordine del Führer” e le “confessioni ” di Höss.
[8] Francziszek Piper, “
Die Zahl der Opfer von Auschwitz”. Verlag Staatliches Museum in Oświęcim, 1993, p.202.
[9] J.C. Pressac,
Les crématoires d’Auschwitz.
La machinerie du meurtre de masse, op. cit. p. 148.
[10] J.C. Pressac, Le
macchine dello sterminio.
Auschwitz 1941-
1945, op. cit., p. 173.
[11] J.C. Pressac,
Die Krematorien von Auschwitz.
Die Technik des Massenmordes. Piper, Monaco-Zurigo, 1994, p. 202.
[12] Panorama, 26 febbraio 1998, p. 95.
[13] In questo vergognoso silenzio, l’unico che lo abbia ricordato degnamente è stato chi scrive. Vedi al riguardo: «
Ricordo di Jean-
Claude Pressac», in:
I Gasprüfer di Auschwitz.
Analisi storico-
tecnica di una "
prova definitiva”. I Quaderni di Auschwitz, 2, 2004.
[14] Nella Parte quarta e quinta del mio studio citato sopra Le camere a gas di Auschwitz ho esposto una dettagliatissima analisi critica delle tesi di van Pelt, articolata in otto capitoli e 214 pagine (pp. 398-611).
[15] Ciò viene dimostrato nel libro
Concentration Camp Majdanek.
A Historical and Technical Study. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2003, pp. 71-79, che ho scritto in collaborazione con Jürgen Graf. La più recente revisione ufficiale del numero delle vittime di questo campo è di 78.000. Tomasz Kranz, «Ewidencja zgónow i śmiertalność KL Lublin» (La registrazione dei decessi e la mortalità dei detenuti al KL Lublino), in:
Zeszyty Majdanka, tomo 23 (2005), p. 45. Le cifre precedenti erano: 1.700.111 (motivazione della sentenza del processo di Lublino, 2 dicembre 1944); 1.380.000 (perizia sovietica, URSS 29); 360.000 (revisione di Z. Łukaszkiewicz); 235.000 (revisione di Cz. Rajca).
Concentration Camp Majdanek.
A Historical and Technical Study, op. cit. pp 79-88.
[16] Vedi al riguardo
Le camere a gas di Auschwitz, op. cit., pp. 515-520.
[17] La vicenda fu grottescamente comica: fui accusato di «apologia di crimini di guerra» per uno scritto che affermava il carattere di “mito”, vale a dire l’irrealtà storica, di tali crimini!
[18] Edizioni La Sfinge, Parma, 1987.
[19] Edizioni di Ar, 1992.
[20] J.-C. Pressac,
Auschwitz:
Technique and operation of the gas chambers, op. cit., p. 184.
[21] J.-C. Pressac,
Le macchine dello sterminio.
Auschwitz 1941-
1945, op. cit., p. 44.
[22] J.-C. Pressac,
Auschwitz:
Technique and operation of the gas chambers, op. cit., p. 375.
[23] In realtà il congresso si svolse il 7 giugno 1876.
[24] Ma all’epoca non esisteva ancora nessuna ditta.
[25] La citazione è alquanto approssimativa; il testo esatto è: «Non si devono formare gas maleodoranti, perciò la cremazione deve essere senza odore».
[26] Questa spiegazione è alquanto semplicistica.
[27] J.-C. Pressac,
Auschwitz:
Technique and operation of the gas chambers, op. cit., p. 341.
[28] Ho pubblicato la fotografia nello studio
Auschwitz:
Open Air Incinerations. Theses & Dissertations Press, Chicago, 2005, p. 116.
[29] Ma nei migliori forni civili a coke il processo di cremazione durava mediamente circa 85 minuti, di cui circa 60 di combustione principale nella muffola.
[30] «Betrachtungen über den Betrieb von Einäscherungsöfen», in:
Schweiz.
Verein von Gas-
und Wasserfachmännern, Zurigo, 1938, pp. 155-156.
[31] Per un approfondimento rimando al già citato
Le camere a gas di Auschwitz, capitolo 12.3, pp. 407-412.
[32] Jean-Claude Pressac, «Enquête sur les chambres à gaz», in:
Les Collections de l'Histoire, supplemento della rivista
L'Histoire, n. 3, ottobre 1998, p. 41.
[33] Testo originale in: http://veritas3.holocaust-history.org/auschwitz/topf/
[34] V. Igounet,
Histoire du négationnisme en France, Seuil 2000, pp. 645-646.