Letto su Le Figaro, in data 2 Marzo 2010 (traduzione rapida):
EBREI DEPORTATI: LE SCUSE DI LIEGI[1]
La città di Liegi (nella parte orientale del Belgio) presenterà tra breve le proprie scuse per il contributo della sua amministrazione e del suo personale politico alla deportazione di 780 ebrei durante la seconda guerra mondiale, si è appreso oggi dall’amministrazione municipale.
Uno studio pubblicato questa settimana dallo storico Thierry Rozenblum (“Une cité si ardente”, éditions Luc Pire) rivolge la propria attenzione in particolare al caso dei 780 membri della comunità ebraica di Liegi deportati durante la guerra. “Liegi è stata considerata come una capitale della resistenza, ma abbiamo avuto anche delle persone che sono scivolate verso la collaborazione. Bisogna che la città di Liegi presenti delle scuse”, ha dichiarato ieri, nel corso della presentazione di tale opera, il borgomastro (sindaco) di Liegi, Willy Demeyer. “Se noi abbiamo a Liegi dei “Giusti tra le Nazioni” (persone che aiutarono gli ebrei a sfuggire alle persecuzioni durante la seconda guerra mondiale, n. d. r.), bisogna constatare che non tutto è stato fatto per prestare assistenza agli ebrei di Liegi”, ha aggiunto Demeyer.
Espresse dal borgomastro “a titolo personale”, queste scuse dovranno assumere un carattere ufficiale, avendo Demeyer l’intenzione di proporre presto una mozione in tal senso in consiglio comunale, ha spiegato oggi un portavoce della città.
Dopo Molenbeek – nella regione di Bruxelles – nel 2005 e la città di Anversa nel 2007, Liegi sarà la terza città del Belgio a scusarsi per il ruolo svolto dai suoi funzionari ed eletti nella messa in opera dell’Olocausto da parte del regime nazista.
Il Belgio, da parte sua, ha più volte presentato le proprie scuse, in particolare nel 2002, 2005 e 2007, per bocca del suo Primo Ministro dell’epoca, Guy Verhofstadt. Su circa 56.000 ebrei residenti in Belgio all’inizio della guerra, circa 25.000 vennero deportati ad Auschwitz e ne sopravvissero solamente 1.200, secondo uno studio di storici che hanno sottolineato, nel 2007, l’atteggiamento “docile” del Belgio durante l’occupazione.
[1] http://www.lefigaro.fr/flash-actu/2010/03/02/01011-20100302FILWWW00528-juifs-deportes-les-excuses-de-liege.php