Belgio: la Grande Moschea e il revisionismo

Letto oggi, 10 Marzo, sul sito della RTBF (Radio télévision belge francophone):

La Grande Moschea indirizza su dei siti revisionisti[1]

Di Thomas Nagant

Il Centro islamico e culturale del Belgio, situato nel parco del Cinquantenario, è chiamato in causa per i link che figurano sul suo sito internet: alcuni di essi indirizzano su dei siti ubicati in Arabia Saudita, di contenuto negazionista.

Martedì, subito dopo mezzogiorno, era sufficiente qualche clic per ritrovarsi, all’inizio della pagina di apertura della Grande Moschea di Bruxelles, su dei documenti dal contenuto antisemita e negazionista. Uno di questi, intitolato “Zionist propaganda and the myth of the Holocaust”, firmato da un certo dr. Abdallah H. Al-Kathany, contiene dei passaggi particolarmente eloquenti: “La sola prova raccolta secondo cui Auschwitz venne utilizzato come campo della morte proviene dalle confessioni di Rudolf Haus [recte: Rudolf Höss] (uno dei comandanti dell’armata nazista catturata) [Höss fu uno dei comandanti del campo di Auschwitz, non dell’”armata nazista catturata"], che vennero estorte con pesanti torture e interrogatori dai servizi segreti inglesi”, proclama l’autore, che prosegue: “Il numero degli ebrei uccisi durante la guerra è stato di 300.000; molto meno del numero dei musulmani uccisi nell’Olocausto ebraico in Palestina”. Affermazioni totalmente contrarie alla realtà [non così contrarie, in realtà] e che ricadono, in Belgio, sotto l’effetto della legge del 23 Marzo 1995 che reprime ogni forma di negazionismo o di revisionismo. I responsabili del Centro islamico non possono d’altronde ignorare che il fatto di indirizzare verso tali siti li rende altrettanto responsabili e condannabili agli occhi della legge.
(…)
FINE
[1] http://www.rtbf.be/info/societe/religion/des-liens-negationnistes-sur-le-site-de-la-grande-mosquee-195488