I BOMBARDIERI LANCASTER CHE UCCISERO 600.000 PERSONE NELLE CITTA’ TEDESCHE BERSAGLIARONO I CIVILI IN MODO DELIBERATO? UN NUOVO LIBRO DICE DI SI’…
Di Leo McKinstry, 29 Settembre 2009[1]
Agli equipaggi della RAF [Royal Air Force] la vista delle città in fiamme della Germania orientale sembrò una terrificante visione d’inferno. Quando la marea dei 796 massicci bombardieri Lancaster a 4 motori dilagò su Dresda, quella notte del 14 Febbraio 1945, quasi 2.000 tonnellate di bombe incendiarie vennero sganciate su quell’inferno.
Un pilota dei Lancaster registrò nel suo diario: “il bagliore poteva essere visto a 80 chilometri di distanza. La zona bersagliata era quasi come di giorno. Giù in basso, la città era un massa di fiamme, un cerchio di fuoco. Ispirava terrore”.
In quanto a devastazione, lo scenario di Dresda ebbe dimensioni bibliche. La concentrazione delle fiamme risucchiò l’ossigeno dell’aria creando una tempesta feroce e ruggente. Gli alberi venivano strappati dalle radici, gli edifici distrutti, e la gente scagliata nell’aria come pupazzi di stracci.
La temperatura rovente trasformò l’asfalto delle strade in un pantano liquido e mortale. Migliaia morirono soffocati o bruciati nelle cantine delle proprie case. Mentre la vampa aumentava enormi folle si diressero verso i grandi serbatoi d'acqua della città e si tuffarono.
Ma il sovraffollamento, unito al calore rovente e alla mancanza di ossigeno, li resero invivibili. La gente cercava disperatamente degli appigli, ma le sponde di cemento scivoloso resero la cosa impossibile. Lungi dall’essere dei rifugi, i serbatoi si trasformarono in soffocanti cimiteri.
Il raid di Dresda è uno degli episodi più famigerati dello sforzo di guerra inglese, un simbolo della spietatezza dell’offensiva strategica della RAF.
Si ritiene che quella notte vennero uccise circa 25.000 persone – ebbene, paragonate tutto ciò alle 568 morti dell’assalto a Coventry da parte della Luftwaffe nel Novembre del 1940, che fu di gran lunga il più cruento singolo raid subìto da una città inglese durante il Blitz.
Tuttavia, nonostante tutta la sua infamia, l’attacco di Dresda non fu affatto il bombardamento più cruento della RAF. Nel Luglio del 1943, una serie di raid su Amburgo uccisero almeno 45.000 persone in una colossale tempesta di fuoco.
Poco più di una settimana dopo Dresda, 362 Lancaster sganciarono 1.551 tonnellate di bombe in 22 minuti sulla piccola città di Pforzheim. La zona centrale divenne un crematorio fiammeggiante, con un tasso di mortalità che raggiunse le 17.600 unità: un quarto della popolazione.
In totale, si ritiene che almeno 600.000 civili abbiano perso la vita nell’inesorabile martellamento delle città tedesche da parte della RAF. A causa di questo spaventoso massacro, tale campagna ha sempre suscitato polemiche.
Durante la guerra, il bombardamento delle città aveva i suoi detrattori, non solo da parte dei pacifisti ma anche da parte di esponenti del governo stesso, come il Ministro conservatore Lord Salisbury, che nel 1943 ammonì che “stiamo in parte perdendo la nostra superiorità morale sui tedeschi”.
Nei decenni successivi al 1945, il dibattito ha continuato a infuriare. Qualcuno ha accusato il governo inglese di crimini di guerra. Altri hanno tracciato un paragone carico d’emozione tra le tempeste di fuoco urbane e gli orrori delle camere a gas naziste.
I difensori dei bombardamenti hanno a lungo argomentato che tali critiche costituiscono una grossolana ingiustizia. Lo scopo della RAF, sostenevano, era quello di distruggere l’apparato industriale tedesco e le infrastrutture militari. Le morti dei civili erano una malaugurata conseguenza di questa strategia, non il suo scopo centrale.
“Abbiamo sempre aderito fermamente al principio di non attaccare nient’altro che obbiettivi militari”, dichiarò ai Comuni Sir Archibald Sinclair - Ministro dell’Aeronautica - nell’Ottobre del 1943.
In una conferenza post-bellica, Sir Charles Portal, capo di stato maggiore dell’Aeronautica durante la campagna, disse che era “erronea la convinzione che il nostro bombardamento delle città tedesche avesse lo scopo di uccidere i tedeschi, e che avessimo nascosto quest’intenzione con la pretesa che stessimo distruggendo l’apparato industriale. La perdita di vite fu puramente accidentale”.
La verità è che tali affermazioni erano disoneste. I documenti inediti che ho portato alla luce nel mio nuovo libro sul bombardiere Lancaster rivelano che lo sterminio indiscriminato della popolazione urbana tedesca era in realtà lo scopo chiave della campagna della RAF.
Durante la mia ricerca sul Lancaster – il massiccio aeroplano che permise alla RAF di scatenare l’offensiva – ho scoperto una quantità di materiale d’archivio che smaschera la verità sulla politica del governo.
Tipico a tale riguardo è un documento del Ministero dell’Aeronautica, scritto nell’Agosto del 1941, che sottolineava che l’obbiettivo degli attacchi dovesse essere “la gente nelle proprie case e nelle fabbriche”.
Entusiasmandosi a questa prospettiva, il Direttorio trovò una fonte d’ispirazione nel bombardamento di Coventry da parte della Luftwaffe, “uno dei raid più riusciti attuati dall’Aeronautica Tedesca in questo paese”, con una tonnellata di bombe incendiarie ogni 800 cittadini.
“Se il Comando Bombardieri potesse attuare un raid a livello di quello di Coventry ogni mese, il risultato sarebbe il terrore totale nell’ovest industrializzato della Germania”, e “una considerevole perdita di vite”.
Un altro rapporto del 1941 del Ministero chiede la “saturazione di bombe incendiarie” per spezzare “il morale della popolazione” e lasciare la popolazione tedesca “conscia del costante pericolo fisico”.
Nello stesso tempo, il capo della RAF Sir Charles Portal prometteva privatamente a Winston Churchill che una significativa espansione dei bombardieri pesanti a disposizione avrebbe portato in definitiva alla “distruzione di sei milioni di case” e a “un numero stimato di 900.000 vittime civili”.
In realtà, i comandanti della RAF non esitarono a usare il termine “bombardamenti del terrore” per descrivere alcuni dei loro raid.
Il sostenitore più appassionato dei bombardamenti strategici fu, naturalmente, Sir Arthur Harris, capo del Comando Bombardieri dal 1942. “Quello che vogliamo fare è far crollare i muri sulla testa dei crucchi, uccidere i crucchi e terrorizzare i crucchi”, disse.
La sua determinazione nel colpire le città tedesche era tanto implacabile da considerare ogni altra operazione come una distrazione. Arrivò a considerare il famoso raid Dambuster del Maggio del 1943 come una perdita di tempo, affermando in privato che “non aveva ottenuto nulla”.
Figlio di un ingegnere civile residente in India, Harris aveva sviluppato il suo spirito d’indipendenza aggressiva nei collegi inglesi.
Veterano brizzolato della prima guerra mondiale, aveva fatto carriera nei ranghi della RAF con il suo dinamismo e la propria naturale autorità. Churchill lo considerava un filisteo, ma non era privo di umorismo e – da autocrate assetato di sangue – arrivava a prendere in giro sé stesso.
Una volta, guidando velocemente la sua Bentley in direzione di Whitehall, venne fermato da un poliziotto. “Dovrebbe stare più attento. Potrebbe uccidere qualcuno”, disse il poliziotto. “Ragazzo, io uccido migliaia di persone ogni notte”, replicò.
La recriminazione di Harris contro i vertici della RAF, evidenziata in documenti d’archivio mai pubblicati finora, era che il governo dovesse essere molto più esplicito sulla sua politica di aggressione deliberata contro i civili tedeschi.
Non potè mai soffrire le smentite di Portal e di Sinclair, come spiegò loro in una lettera dell’Ottobre del 1943: “Lo scopo del Comando Bombardieri dovrebbe essere…dichiarato pubblicamente: la distruzione delle città tedesche e l’uccisione dei lavoratori tedeschi”.
In un altro pro memoria, due mesi dopo, affermò che “i lavoratori sono letteralmente il cuore del potenziale bellico della Germania. Ecco perché vengono deliberatamente presi di mira”. Ma né Portal né Sinclar abbandonarono la loro retorica insincerità mentre la campagna continuava.
Fu una campagna che non sarebbe mai stata possibile senza lo sfolgorio degli Avro Lancaster o l’eroismo degli equipaggi.
Creato dal visionario progettista dell’azienda Avro, Roy Chadwick, e messo per la prima volta a disposizione della RAF nel Dicembre del 1941, il Lancaster trasformò le prestazioni del Comando Bombardieri.
Il suo enorme vano per le bombe, che occupava due terzi della fusoliera, insieme alla potenza dei suoi motori Merlin ultra-affidabili, lo rendeva atto a trasportare carichi molto più pesanti di quelli di ogni altro bombardiere del teatro europeo. Il suo carico medio era di 12.000 libbre, ma verso la fine della guerra trasportava la bomba Grand Slam, che pesava oltre 22.000 libbre, equivalenti a [circa] 10 tonnellate.
Grazie a queste capacità, i Lancaster sganciarono durante la guerra 51 milioni di bombe incendiarie e 607.000 tonnellate di esplosivi ad alto potenziale. Con tutto il suo peso, il Lancaster era anche un aereo altamente manovrabile, capace di raggiungere oltre 300 miglia orarie in picchiata bassa. Era anche elastico, capace di assorbire una grande quantità di colpi, e persino di tornare in Inghilterra con solo due motori.
Ma nessuna di queste virtù sarebbe stata sufficiente senza il coraggio e l’abnegazione degli equipaggi. Nessun altro corpo delle forze armate dovette sopportare continuamente pericoli tanto mortali.
Dei 125.000 uomini che prestarono servizio nel Comando, 55.700 – il 44% - vennero uccisi in missione, 8.400 rimasero seriamente feriti e 9.88 vennero fatti prigionieri.
“Ogni guerra è brutale”, Harris ammonì una volta. Se vi sono commilitoni più deboli che non riescono a sopportarla, prima ce ne liberiamo, meglio è”.
Un numero straordinariamente esiguo di aviatori si tirarono indietro in battaglia, nonostante i rischi di volare attraverso le contraeree e i caccia tedeschi.
Assai pochi si compiacquero dei massacri, considerandoli una vendetta per il Blitz. “Lo sporco crucco. Fate morire i bastardi da quei topi che sono”, scrisse il marconista Lancaster John Byrne alla fine del 1944.
Altri avevano degli scrupoli a martellare i quartieri residenziali. Bill Utting, un australiano che prese parte al raid di Dresda, disse che “rimasi disgustato quando appresi i numeri di coloro che erano stati uccisi. Ero molto, molto dispiaciuto, ma era ormai troppo tardi”.
Ma l’atteggiamento della stragrande maggioranza degli aviatori era che stavano aiutando a distruggere la macchina bellica nazista.
Avevano ragione ad avere tale convinzione. Direi che, nonostante tutte le condanne etiche da essi suscitate, i bombardamenti strategici furono essenziali per sconfiggere la Germania.
Il più grande crimine morale in assoluto sarebbe stato quello di desistere dal contrattacco contro il Reich, cosa che avrebbe prolungato la guerra, e di conseguenza l’oppressione genocida dei nazisti.
I bombardamenti strategici portarono la guerra sulla madrepatria tedesca, indebolendo la sua capacità di sostenere la lotta. Grazie ai bombardieri pesanti della RAF, il Reich fu costretto a stornare risorse colossali per la difesa aerea. Nel 1944, due milioni di tedeschi erano impegnati in compiti di difesa aerea, mentre un terzo di tutta la produzione dell’artiglieria era volta alle armi anti-aeree, quando c’era una disperata penuria di tali armamenti.
Un quinto della manodopera tedesca non agricola venne adibita a fronteggiare le conseguenze dei bombardamenti, come lo sgombero delle macerie, la posa in opera dei binari ferroviari e la riparazione delle strutture danneggiate. Uno studio nazista del Gennaio del 1945, rivelò che, a causa dei bombardamenti, l’economia tedesca aveva prodotto il 25% in meno dei carrarmati che aveva pianificato, il 31% in meno degli aerei, e il 42% in meno dei camion.
La campagna aerea significò anche l’aumento delle sofferenze della popolazione tedesca.
“Le persone stanno incominciando a soffrire quella che viene chiamata la febbre del bunker e l’incapacità di lavorare”, rivelò nel Gennaio del 1945 un rapporto dell’intelligence delle SS.
Poichè gli attacchi continuarono, il sostegno al regime nazista crollò. Interrogato dagli Alleati dopo la resa dei nazisti, Hermann Goering, capo della Luftwaffe, ammise che l’attacco di Dresda fu il raid più demoralizzante di tutta la guerra.
D’altro canto, i bombardamenti dei Lancaster portarono speranza alle vittime della tirannia nazista. “Le fiamme in cielo, un enorme bagliore rosso – per noi fu come il paradiso. Sapevamo che la fine della guerra doveva essere vicina”, ricordò Ben Halfgott, un ebreo imprigionato in un campo di concentramento vicino Dresda.
I Lancaster della RAF strapparono il cuore industriale della Germania. La campagna provocò la rovina dell’economia di guerra e del potenziale militare del Reich. E alla fine, nonostante il tasso di mortalità dei civili, questo fu il più grande dei trionfi morali.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.dailymail.co.uk/news/article-1216788/Did-Lancaster-bombers-killed-600-000-German-cities-deliberately-target-civilians-A-new-book-says-YES-.html#ixzz0SYgYusNO