Sylvia Stolz e gli altri: la relazione dell'avvocato Delcroix


L’AFFAIRE FAURISSON: 27 ANNI DI UN’INQUIETANTE CRONACA GIUDIZIARIA

Di Eric Delcroix, Giugno 2009[1]

I Introduzione: lo scacco della via civile per far tacere il professor Faurisson

Fine 1978 – inizio 1979, il prof. Faurisson riesce a dare risonanza mediatica al revisionismo storico.

9 associazioni ebraiche gli intentano a Parigi, il 15.02.1979, un processo civile per danni per “falsificazione della storia”. Scacco. Sopraggiunge una condanna, ed è per la “mancanza di compassione” (?) delle sue affermazioni. In compenso, la Corte di Appello di Parigi gli concede un merito.

“…Bisogna constatare che le accuse contro di lui di leggerezza mancano di pertinenza e non sono sufficientemente fondate: che in effetti il percorso logico del signor Faurisson consiste nel tentare di dimostrare, con un’argomentazione [che egli ritiene][2] di natura scientifica, che l’esistenza delle camere a gas, come sono state descritte abitualmente dopo il 1945, si scontra con un’impossibilità assoluta, sufficiente essa sola a invalidare tutte le testimonianze esistenti o almeno a renderle sospette;

Che se non spetta alla corte di pronunciarsi su un tale metodo o sulla portata degli argomenti espressi dal signor Faurisson, non è più permesso affermare, riguardo alla natura degli studi ai quali si è dedicato, che egli abbia scartato le testimonianze per leggerezza o per negligenza, o che abbia scelto deliberatamente di ignorarle;

Che inoltre, nessuno può attualmente accusarlo di menzogna quando enumera i numerosi documenti che afferma di aver studiato e gli organismi presso i quali ha condotto le sue ricerche durante più di quattordici anni;

Che il valore delle conclusioni difese dal signor Faurisson attiene dunque soltanto alla valutazione degli esperti, degli storici e del pubblico”.
(sentenza del 26 Aprile 1983, presidenza del signor Grégoire)."

La via civile era inefficace, restava la via penale.

IIPrima via penale, la legge detta antirazzista del 1 Luglio 1972

Essendosi rivelato difficile, sin dai primi mesi, il procedimento civile, vennero intraprese nuovi procedimenti su denunce penali di associazioni ebraiche appoggiate dalla Procura. Utilizzo della legge del 1972 contro le discriminazioni comunitarie, detta antirazzista (ispirata a quanto pare all’articolo n°106 del Codice Penale della Germania comunista o DDR).

Colui che [pubblicamente] avrà istigato alla discriminazione, all’odio o alla violenza nei confronti di una persona o di un gruppo di persone a motivo della loro origine o della loro appartenenza o della loro non-appartenenza a un’etnia, a una nazione, a una razza o a una determinata religione, sarà punito con un anno di carcere e con un’ammenda da 2.000 a 300.000 franchi francesi[3], o soltanto a una di queste due pene.

Secondo i criteri dell’interpretazione rigorosa delle leggi penali, ereditata dall’Illuminismo e da Beccaria, il testo ha due vizi formali: che cos’è, materialmente, un’istigazione? Di più, che cos’è l’odio?

Si tratta di concetti morali, come tali soggettivi e inadeguati alla definizione di fatti reprensibili. Si tratta di categorie morali adeguate alla casistica e all’induzione, non alla razionalità deduttiva che deve presiedere a ogni giurisprudenza.

Se, in base alla legge, contestare l’esistenza delle camere a gas omicide significa istigare all’odio contro gli ebrei, come viene talvolta ritenuto, perché il discorso contrario non equivale simmetricamente a istigare all’odio contro i tedeschi, come non viene mai ammesso? La risposta è di ordine metafisico (il Bene contro il Male) e rimanda alla bestemmia (teoricamente permessa, in Francia).

Il prof. Faurisson ha subìto molte condanne con questo capo d’imputazione, ma la qualità del suo lavoro e la padronanza del suo discorso ha mostrato che la legge del 1972 era insufficiente a far tacere i revisionisti. Bisognava ricorrere a qualcos’altro…

IIISeconda via penale, la legge del 13 Luglio 1990Fabius-Gayssot

La militanza delle associazioni, rappresentata da politici come Laurent Fabius, permette il voto di una legge a a partire da una formulazione del deputato comunista Gayssot, legge del 13 Luglio 1990 (pubblicata il 14). Votata dalla Sinistra, verrà applicata dalla Destra e innanzitutto da Jacques Toubon, divenuto Ministro della Giustizia nel 1995 (lui, che l’aveva combattuta davanti all’Assemblea Nazionale come staliniana!). Scopo, mettere la giustizia nell’impossibilità di giudicare come nel 1983; causa, legge ad hominem contro il solo Faurisson (Lex faurissoniana).

Saranno puniti con delle pene [già enunciate in precedenza] coloro che avranno contestato [pubblicamente] l’esistenza di uno o più crimini contro l’umanità così come vengono definiti dall’articolo 6 dello statuto del tribunale militare internazionale annesso all’accordo di Londra dell’8 Agosto 1945 e che sono stati commessi sia dai membri di un’organizzazione dichiarata criminale in applicazione all’articolo 9 del detto statuto, sia da una persona riconosciuta colpevole di tali crimini da una giurisdizione francese o internazionale.

Una tale legge:

· Rovina il principio dell’autorità relativa alla cosa giudicata;
· Rovina il principio della pubblicità delle leggi, poiché i giudizi ai quali la legge si riferisce – essendo di numero illimitato – non sono sottomessi alla pubblicità erga omnes;
· “Legge” la cui qualità formale è contestabile: una legge, come atto giuridico, può classificare le cose materiali (res del diritto romano) traendone delle conseguenze, ma non può disporre dei fatti nella loro materialità fisica (siamo tutti eredi di Galileo!). Il fatto giuridico, nella sua materialità, ha logicamente la meglio sull’atto giuridico. (Eccezione della tirannia: la legge non è una; la questione della costituzionalità delle leggi).

I giudici francesi hanno rispettato nelle udienze la mia immunità di avvocato, ma non quando ho riunito i miei argomenti in un libro (La Police de la pensée contre le révisionnisme historique, 1994). E sono stato condannato ad un’ammenda in applicazione di questa legge comunista!

IV - Conclusioni

Ecco il Regno di un nuovo Ordine Morale che rivendica per il sistema la qualità dell’essenza della libertà. La Difesa è in grave difficoltà per i reati di opinione dei malpensanti. La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo si è rivelata un strumento inefficace (sentenza Marais, 24 Giugno 1996, commissione presieduta dal signor Trechsel). E lo strumento resterà inefficace fino a quando rimarrà in tale convenzione l’articolo 17:

Nessuna delle disposizioni della presente Convenzione può essere interpretata per consentire a uno Stato, a un gruppo o a un individuo, un qualsivoglia diritto di dedicarsi ad una attività o di compiere atti volti alla distruzione dei diritti di libertà riconosciuti dalla presente Convenzione.

Qui, due osservazioni:

1. Ecco che tutto ciò non è che la ripresa dell’aforisma del rivoluzionario Saint-Just: “Niente libertà per i nemici della libertà”. Era il regime dell’arbitrio e della ghigliottina. La Convenzione non riconosce la libertà come essenza dell’uomo.
2. Ecco chi minaccia la libertà, poiché cosa resta di essa quando il giudice ha il diritto di giudicare l’intenzione del soggetto del diritto (“atto volto a…”) come nel diritto sovietico (vedi l’articolo 70 del Codice penale della Repubblica socialista sovietica russa “volto a indebolire il regime sovietico”). Si deve essere giudicati per il proprio intento e non più per il proprio atto? In Francia, nel diritto penale, si sono verificati dei casi di circostanze aggravanti soggettive. Giudicati per i nostri retro-pensieri, saremo consegnati all’inquisizione della coscienza. La domanda “Perché avete voluto l’atto?”) verrà sostituita a “Avete voluto l’atto?” (vedi Beccaria sulla conservazione del foro interno del soggetto del diritto, 1764, il giurista contro il teologo e contro Hegel: “Il diritto non dipende per nulla dalla disposizione di spirito nella quale un atto viene compiuto”).

Il prof. Faurisson passa la vita a pagare – sulla sua pensione – ammende, danni e interessi, ma non è mai stato condannato al carcere. Altri revisionisti lo sono stati: Alain Guionnet, che ha scontato circa un anno di prigione negli anni ’90; Vincent Reynouard, che è latitante (un anno di prigione); e Georges Theil, che deve andare in prigione (6 mesi) nei prossimi mesi…

Ma ai giudici francesi, contrariamente ai giudici tedeschi, austriaci, svizzeri o belgi, ripugna mettere in galera i delinquenti delle opinioni. La cosa comincia a cambiare, i giudici più giovani sembrano i più repressivi…

Un convegno come questo [quello tenutosi il 20 Giugno 2009 a Roma] è impossibile in Francia (vedi l’esempio del convegno di Parigi del 5 Luglio 2002).

Ma Robert Faurisson, 80 anni, continua ad affrontare decine di condanne penali rovinose. Egli resta un simbolo. Al di là del quale non c’è più il diritto bensì un nuovo ordine morale annunciato da George Orwell (1984):

[Winston] aveva perpetrato…il crimine fondamentale che conteneva tutti gli altri. Il crimine del pensiero, si diceva.

[1] Traduzione di Andrea Carancini
[2] Tre parole aggiunte a margine.
[3] Ammenda oggi portata a 45.000 euro.