Bolkenstein per la libertà di parola ai revisionisti


Il celebre politico olandese Frits Bolkenstein (ex presidente del partito di centro destra VVD, nonché commissario europeo per il mercato interno) sostiene la presa di posizione del leader del suo partito Mark Rutte in favore di un ampliamento dei limiti della libertà di parola, che avrebbe come conseguenza che la negazione dell’olocausto non sarebbe più un reato punibile in nessun caso (http://blog.balder.org/?p=695).

Durante il programma televisivo “Knevel & Van den Brink”, Bolkentein [foto] ha detto martedì notte che è meglio che argomenti come questo vengano affrontati nei dibattiti, piuttosto che proibire che certe cose vengano dette. “Altrimenti finiranno nella clandestinità”.

Bolkenstein dice che si rende conto che c’è qualche disagio nel VVD [Voor Vrijheid en Demokratie – Per la Libertà e la Democrazia] per l’opinione di Rutte ma che, tutto sommato, lui la approva.
Ricordiamo che il verdetto di condanna più recente, in Olanda, in relazione alla "negazione" dell'olocausto ha avuto luogo nel 2004, da parte del tribunale di Hertogenbosch. Nella sentenza, un uomo (Ivo Jansen, un attivista pro-Palestina) venne condannato per aver pubblicato alcuni capitoli del libro Ne sono morti davvero sei milioni? (disponibile in lingua italiana al seguente indirizzo: http://www.vho.org/aaargh/fran/livres5/harwoodit.pdf ), che egli stesso aveva tradotto in olandese.