Töben: in galera per la libertà


Il benemerito sito revisionista dell’Adelaide Institute (http://www.adelaideinstitute.org/ ) ha pubblicato nei giorni scorsi una foto della prigione per lavori forzati di Yatala (che sarà la residenza di Fredrick Töben per i prossimi tre mesi se, come probabile, il giudice respingerà martedì prossimo la richiesta di appello del revisionista australiano) e l’ha accompagnata con il seguente commento: “Il gulag di Yatala – E’ questa la SOLUZIONE FINALE del dr. Töben? Sarà considerato abile al lavoro o verrà immediatamente gasato al suo arrivo?”

L’ironia del nuovo direttore del sito, Peter Hartung, ha suscitato le ire dei legali di Jeremy Jones, vice-presidente dell’Executive Council of Australian Jewry (Consiglio Esecutivo della comunità ebraica australiana), che hanno chiesto al tribunale federale di perseguire l’Adelaide Institute e Peter Hartung per disprezzo della corte. Il giudice ha detto che esaminerà la questione (http://www.abc.net.au/news/stories/2009/05/28/2583335.htm ).

Ricordiamo che Töben (foto) è stato condannato due settimane fa per aver infranto gli ordini del tribunale che gli imponevano di rimuovere dal sito tutto il materiale giudicato “offensivo” dagli ebrei (il che, equivaleva alla chiusura del sito).

Da notare il commento finale dell’Adelaide Institute: l’imputato si prepara a scontare i tre mesi di prigione perché i suoi avversari hanno visto sconfitti i propri argomenti e si appellano all’”offesa dei sentimenti”. Töben “ha resistito con successo allo stupro mentale ed è fuggito dalla prigione concettuale in cui volevano ingabbiare la sua mente: E’ una grande vittoria per la libertà di espressione in Australia”.