Un esempio da non seguire: gli "Eretical Two"


Ai due inglesi fuggitivi Simon Sheppard (foto) e Stephen Whittle, animatori del sito “Heretical Press Directory” (http://www.heretical.com/main.html ), è stata respinta lo scorso 5 Aprile la richiesta di asilo politico negli Stati Uniti.

Ritorneranno in Inghilterra per scontare le loro condanne (http://www.thejc.com/articles/race-hate-pair-rejected-us ).

Sheppard e Whittle volarono negli Stati Uniti l’anno scorso, per sfuggire a un processo che li vedeva imputati a Leeds. La giuria li aveva riconosciuti colpevoli di 11 dei 18 capi d’imputazione. I due fuggirono in Irlanda e quindi volarono a Los Angeles. Si tratta della prima condanna, in Inghilterra, per “istigazione all’odio razziale” su internet (sopraggiunta dopo tre anni di “attenzioni” da parte del governo).

All’arrivo in California, i due vennero subito imprigionati nel carcere di Santa Ana, dove sono tuttora detenuti. Il giudice Rose Peters, che in precedenza aveva concesso asilo a un membro dell’IRA che aveva ucciso due poliziotti inglesi (perché, a suo giudizio, in Inghilterra non avrebbe avuto un processo equo) ha respinto la loro richiesta. Sheppard ha riferito che, stante l’ostilità delle autorità nei loro confronti, hanno rinunciato a fare appello e si sono rassegnati a ritornare in patria a scontare la condanna. Per i due è prevista un ulteriore condanna il prossimo 15 Maggio.

I guai di Sheppard e Whittle sono iniziati dopo che un opuscolo intitolato “Tales of the Holohoax” (Racconti della Oloballa) venne fatto passare sotto la porta della sinagoga di Blackpool, mentre un’altra copia veniva inviata a un professore ebreo. Al processo, sono stati accusati di aver posseduto, distribuito e pubblicato materiale di stampo razzista.
Fin qui i fatti. Il mio giudizio su questa vicenda è il seguente: il sito degli "Heretical Two" ha qualche buon articolo revisionista, mescolato però a una quantità di materiale dai contenuti effettivamente razzisti e xenofobi. Una scelta decisamente stupida, che non poteva non mettere nei guai i due autori. Personaggi del genere sono infatti gli "utili idioti" di cui i governi occidentali hanno bisogno per squalificare il revisionismo, assimilandolo alla sottocultura neofascista. Tali governi infatti non temono il discorso razziale, ma la serietà delle ricerche storiche revisioniste. Detto questo, però, non possiamo non rimarcare che la vicenda in questione evidenzia il totalitarismo strisciante che affligge attualmente anche paesi tradizionalmente favorevoli alla libertà di espressione come quelli anglosassoni. A quanto pare, per certi giudici, oggi, la semplice diffusione di opinioni genericamente razziste - il cosiddetto "hate speech" - è persino più grave di un caso di duplice omicidio!