Proposta per depenalizzare in Olanda il revisionismo


LEADER LIBERALE OLANDESE: IL NEGAZIONISMO DELL’OLOCAUSTO NON DOVREBBE ESSERE REATO

Di Cnaan Liphshitz, 27.05.2009[1]

La proposta di depenalizzare in Olanda il negazionismo dell’Olocausto, da parte del leader del partito liberale olandese, ha scatenato una controversia nel partito, mercoledì scorso, e ha attirato le critiche di eminenti esponenti dell’ebraismo e del mondo politico.

Mark Rutte [foto], capo del Partito del Popolo per la Libertà e la Democrazia (VVD) ha detto che la legge olandese dovrebbe perseguire solo coloro che istigano alla violenza, non all’odio. Affermare che l’Olocausto non è avvenuto “dovrebbe essere permesso”, ha aggiunto Rutte.

Fonti vicine a Hans von Baalen, capolista del VVD alle elezioni europee il mese prossimo, hanno detto a Haaretz che lui è contrario alla proposta di Rutte e sta pensando di esprimere le proprie riserve. Van Baalen - conosciuto per il suo atteggiamento favorevole a Israele – non ha voluto fare commenti.

Attualmente, la legge olandese proibisce il negazionismo dell’Olocausto solo quando viene intenzionalmente usato a scopo discriminatorio o offensivo. Rutte ha detto che vuole cercare di cambiare la situazione nella proposta di legge che il VVD presenterà in parlamento, proponendo di abolire tutte le restrizioni alla libertà di espressione.

“Il negazionismo dell’Olocausto è volto quasi sempre a offendere e a discriminare”, ha detto Henk de Haan, un importante ex deputato del partito di governo CDA. “La società olandese ha bisogno di difendersi contro tutto questo. Sono scioccato da questa proposta e dissento fortemente da Rutte, con cui ho lavorato e che so essere una degna e amabile persona”.

De Haan è membro di un ente non governativo che monitora il governo iraniano per le violazioni dei diritti umani, il reperimento di armi nucleari e il negazionismo dell’Olocausto. “A una persona come Mahmoud Ahmadinejad non dovrebbe essere permesso di visitare l’Olanda, e per questo abbiamo bisogno di continuare ad avere leggi adeguate”, ha detto.

La legge di Rutte renderebbe impossibile perseguire Geert Wilders, leader della formazione di destra Partito della Libertà, che è ora sotto processo per aver paragonato il Corano al Mein Kampf di Adolf Hitler. Un portavoce del partito ha detto di non voler commentare la questione.

Ronny Naftaniel, direttore del Centro Israele di Informazione e Documentazione, con sede all’Aja – il più grande gruppo sionista olandese – ha detto che casi come quello di Wilders differiscono dal negazionismo perché “la gente può scegliere una religione, ma non può scegliere un’etnia o il colore della pelle”.

Naftaniel – che ha criticato Wilders per il detto paragone, ha detto a Haaretz che il negazionismo “è quasi sempre usato a scopo politico, e quindi per discriminare. Va stroncato sul nascere prima che sia troppo tardi”.

Ha aggiunto: “Il negazionismo provoca la sofferenza psicologica dei deportati. Rutte sottovaluta l’intensità del dolore che provocherà in loro il fatto che venga permesso”.
[1] http://www.haaretz.com/hasen/spages/1088643.html