Kevin Käther e i reati d'opinione in Germania


Kevin Käther è uno di quei patrioti tedeschi che si sono recentemente autodenunciati per il reato didubitare dell’Olocausto”. Ecco una traduzione del suo ultimo testo:

IL SENTIMENTO NAZIONALISTA STA CRESCENDO NON SOLO IN GERMANIA MA IN TUTTA EUROPA

Di Kevin Käther, 25.05.2009

Ai miei cari camerati in lotta per una libera Germania in una libera Europa.

Il processo di appello per la mia auto-denuncia inizia il 26 Maggio.

Il corpus delicti del mio primo processo-show era costituito dal fatto di aver spedito per lettera alcune copie del libro di Germar Rudolf Lectures on the Holocaust [Conferenze sull'Olocausto].

Alla fine di quel processo sono stato condannato a otto mesi di prigione, anche se avevo fornito le prove che i contenuti del libro di Rudolf rispondono a dati di fatto.

Tutte le mie mozioni probatorie sono state respinte in modo sommario, com’è inevitabile nei processi di stampo inquisitoriale.

In Germania, non riusciamo più ad avere dei processi condotti in base alle norme di uno stato di diritto.

Oggi, abbiamo dei tribunali che seguono i princìpi della “Santa Inquisizione” o dei processi-show di Norimberga.

In risposta alle condanne comminate a combattenti per la libertà quali Germar Rudolf, Ernst Zündel, Sylvia Stolz e Horst Mahler, avevo spedito, nel Novembre del 2007, alcune copie del libro di Rudolf a Lea Rosh, Wolfgang Benz e Ernst Nolte, e mi ero autodenunciato per il “reato” di “dubitare dell’Olocausto”.

Questo è stato il mio primo contributo allo sforzo nazionale di demolizione delle menzogne storiche che devastano il nostro paese da tre generazioni.

Da vero tedesco, mi sento obbligato ad assistere e a proteggere la mia patria, e ad aiutarla a tornare sul sentiero dell’integrità.

Horst Mahler, che ha 73 anni, è stato condannato a 13 anni di prigione per il reato – non-violento – di aver diffuso degli ideali politicamente scorretti.

Questo equivale a una condanna a vita, per un reato di stampo orwelliano.

La condanna di Mahler evidenzia meglio di ogni altra cosa l’esigenza – imperativa – di combattere contro le menzogne dei malvagi nemici della Germania.

Quello che è in gioco qui, non è solo una lotta astratta per i diritti umani, ma la stessa sopravvivenza della nostra nazione.

Al nostro popolo sono stati inculcati dei fasulli sensi di colpa, e l’anima del popolo tedesco viene uccisa da menzogne vergognose.

Come tedesco, sono ricorso al nostro diritto inalienabile all’auto-difesa per oppormi alle menzogne devastanti dei nostri nemici giurati.

E’ un onore, per me e per i miei camerati, dire la verità a beneficio della nostra nazione e, nel caso, andare in prigione per essa.

I nostri discendenti ci ringrazieranno per quello che stiamo facendo.

Per il mio imminente processo di appello sono state fissate le seguenti date:

prima data: 26 Maggio 2009, ore 13, aula 820, distretto di Tiergarten;

seconda data: 9 Giugno 2009, ore 9, stessa aula.

Lasciatemi aggiungere che nessun atto di intimidazione è troppo perfido per il Procuratore di Berlino.

Durante il mio primo processo, sono stato incriminato con ulteriori accuse per aver incluso dei fatti empirici nelle mie mozioni probatorie, la cui mera citazione costituisce reato.

Difendersi in tribunale ora è un crimine!

Tutto ciò dà un’idea del carattere illimitato della repressione e dell’ingiustizia, qui in Germania!

E’ un’ulteriore prova, se ve ne fosse bisogno, che la giurisprudenza dell’”Olocausto” è la più pura delle tirannie.

All’imputato non è permessa nessuna difesa – ogni tentativo in tal senso viene convertito in’ulteriori imputazioni!

Il nostro sistema giudiziario ha abolito sé stesso ed è diventato un’enorme impresa criminale.

Prego che Dio abbia pietà di questi arroganti despoti in toga.

Ne avranno bisogno!

Mi aspetto un martedì molto animato!

Saluti camerateschi,
Kevin Käther
Berlino, 24.5.2009