Il dogma dell'Olocausto e la lista di Dieudonné


Letto sul settimanale Rivarol (1 Rue d’Hauteville, 75010 Paris), numero 2904 del 7 Maggio 2009, p. 3:

Verso l’interdizione della listaantisionistadi Dieudonné?
Di Jérôme Bourbon
(…)
Il peso del dogma
Questo dibattito sull’interdizione preliminare della lista di Dieudonné [sull’argomento vedi l’articolo: http://www.lepoint.fr/actualites-politique/2009-05-09/elections-europeennes-dieudonne-devoile-sa-liste-antisioniste/917/0/341935 ] prova ugualmente fino a qual punto tutto quello che tocca, da vicino o da lontano, il revisionismo, viene fatto oggetto di una persecuzione implacabile e suscita delle reazioni d’isteria collettiva, come ha mostrato l’affare Williamson, dove le dichiarazioni di un semplice vescovo senza giurisdizione hanno messo in “trance” il pianeta per intere settimane. Cosa che dimostra, contrariamente a quello che vogliono credere gli imbecilli e i vigliacchi, che il Dogma dell’”Olocausto” è una questione centrale sul piano politico, geopolitico e persino religioso, poiché si tratta di sostituire all’unico sacrificio salvifico di Cristo sul Golgota il sacrificio collettivo del popolo ebreo nelle camere a gas. Ma è vero che è più comodo, più prudente, soprattutto se si ha una carriera a cui pensare, una posizione sociale da conservare, degli interessi materiali da salvaguardare, una tranquillità familiare da mantenere, se si vuole essere invitati dai media o ottenere la benedizione della Roma modernista sottomessa al Sinedrio, di urlare assieme ai lupi e anche, al bisogno, di pugnalare pubblicamente un camerata che ha “bestemmiato”. Ecco perché così tanti partiti politici, anche della destra detta radicale, pubblicazioni nazionali, società religiose, anche tradizionaliste, si sentono obbligate a versare i loro grani d’incenso alla nuova contro-religione mondialista, la qualcosa, sia detto di sfuggita, la dice lunga sulla povera natura umana e i suoi sordidi piccoli calcoli.