Ieri, 18 Febbraio, alle 6 del mattino, numerosi membri della polizia giudiziaria belga hanno fatto irruzione al domicilio di Vincent Reynouard. Presentatisi con un fabbro, non hanno suonato e sono andati direttamente a perlustrare le varie stanze dell’abitazione. Poiché Vincent era assente, sono tornati a mani vuote. Hanno però detto alla moglie che erano “sotto pressione” da parte della Procura e che torneranno “tutti i giorni”, di mattina e di sera, per catturare Vincent. Hanno anche aggiunto: “Augurate buon compleanno a vostro marito”, poiché Reynouard è nato il 18 Febbraio 1969. Ha dunque compiuto ieri 40 anni.
Aggiungiamo che, da diversi mesi, Vincent Reynouard era giunto a farsi una clientela dando lezioni private (pur nella latitanza!). Era riuscito a raccogliere qualche centinaia di euro al mese e a inviarli alla famiglia. Il passa-parola aveva ben funzionato, tutti gli allievi si conoscevano. In seguito alla comparsa di un articolo su di lui su “Paris-Match”, un genitore di un allievo lo ha identificato. In questo caso, il passa-parola è servito nel senso contrario. In meno di una settimana, Vincent ha perduto tre quarti dei suoi allievi. Inoltre, a causa della delazione, ha dovuto abbandonare l’appartamento dove si era rifugiato, e coloro che gli erano rimasti fedeli. Interrogato sugli ultimi fatti, Vincent ha detto che tutto questo non cambierà niente: continuerà fino all’ultimo secondo di libertà a lottare per la "Verità". Mandiamo quindi un saluto affettuoso alla sua coraggiosa moglie e ai suoi coraggiosi figli i quali, malgrado tutto, continuano a formare una famiglia unita e solidale. Ieri mattina, il suo primogenito (che aveva visto nel 2006, a Parigi, suo padre arrestato e ammanettato) ha detto semplicemente: “Questo mette del pepe sulla vita…”.