La tenacia dei palestinesi contro la barbarie


A GAZA IMPAURITI MA TENACI

Di Rami Almeghari, dalla Striscia di Gaza occupata, 4 Gennaio 2008[1]

Mentre l’implacabile bombardamento della Striscia di Gaza da parte di Israele imperversa per l’ottavo giorno, il corrispondente di Electronic Intifada Rami Almeghari, grazie a Skype, ha descritto domenica sera come la gente riesce a tirare avanti a Gaza:

La mia famiglia viene dal villaggio Karatiya, a pochi chilometri di distanza dalla Striscia di Gaza, in quello che viene ora chiamato Israele. Karatiya è una delle 450 cittadine della Palestina storica che vennero ripulite dalle milizie sioniste nel 1948, allontanando la mia famiglia, insieme a centinaia di migliaia di altri palestinesi.

Adesso vivo nel campo profughi di Maghazi, nella Striscia di Gaza, quella Striscia che in questo momento viene bombardata da Israele con i carri armati lungo il confine, con gli F-16 di fabbricazione americana dal cielo, e infine dal mare.La notte scorsa, le forze israeliane hanno invaso la Striscia di Gaza e sono in corso pesanti combattimenti nella zona nord della Striscia e ad est di Gaza City.

Sono appena tornato al mio computer, che uso quando c’è l’elettricità. Abbiamo delle interruzioni di elettricità che sono assai prolungate nel corso della giornata. Quando non c’è elettricità riesco a usare per il mio computer un generatore di corrente, ma il generatore ha bisogno di carburante, che qui a Gaza scarseggia perché Israele ha chiuso il confine e ogni cosa è bloccata. Tra poco non avrò più carburante per azionare il generatore e rimanere in rete; questo per me sarà devastante perché sono un giornalista.

Ancora non vi sono scontri tra l’esercito invasore d’Israele e i combattenti della resistenza nella zona centrale della Striscia di Gaza. Abbiamo sentito dire di combattimenti e di scontri nella zona nord. Per noi giornalisti è molto difficile riferire degli scontri a causa del pericolo. Dobbiamo evitare rischi e pericoli perché abbiamo bisogno di continuare a dire la verità su quanto sta accadendo.

Vi sono resoconti che parlano di vittime e di feriti in conseguenza dei combattimenti nella zona nord. Si parla di una dozzina di soldati israeliani feriti, oltre al soldato e all’ufficiale che sono stati uccisi, notizia confermata dai media israeliani. Questo indica che la resistenza continua a lottare, incluso il partito di Hamas al potere, che è sotto attacco da parte di Israele da due anni e mezzo.

Nella zona est di Gaza vi sono stati scontri a Shajaiyeh, a est di Gaza City. L’esercito israeliano ha effettivamente diviso Gaza in due settori, come è stato confermato da testimoni della zona. I carri armati israeliani oggi si sono addentrati più profondamente nella Striscia di Gaza e secondo i testimoni i carri armati sono presenti nell’ex insediamento israeliano di Netzarim a sud di Gaza City. Su Gaza sta cadendo la notte mentre continua il bombardamento israeliano su varie zone della Striscia. Le perdite dall’inizio dell’invasione di terra ammontano a più di 50 morti, purtroppo, e a 200 feriti. Tra gli uccisi vi sono circa 15 fra donne e bambini.

Uno dei raid aerei ha colpito una casa nel quartiere al-Tuffah di Gaza City, togliendo la vita a una madre e ai suoi quattro figli che stavano dentro casa. Inoltre stamattina le forze israeliane hanno bersagliato il popolare mercato di Firaz vicino al palazzo municipale di Gaza City. Secondo i resoconti, 5 persone sono rimaste uccise e 15 ferite.

A quanto si dice gli israeliani stanno utilizzando armi all’uranio impoverito. Molti medici negli ospedali parlano di lividi, ferite e fratture sui corpi dei feriti e dei morti che corrispondono a questo tipo di armi illegali proibite dal diritto internazionale.

Oggi sono andato nel mio quartiere in cerca di qualcosa da prendere in negozio, e per parlare con i vicini – che è quello che tutte le persone a Gaza stanno cercando di fare. Le strade principali di Gaza sono quasi del tutto prive di auto e di persone. La gente rimane vicino alle proprie case e le lascia solo in caso di emergenza.

Ho verificato che i miei vicini finora stanno affrontando con molta pazianza quanto sta accadendo. Non hanno nessun posto dove andare e rimangono vicini alle proprie case, aspettando che passi il peggio. Ma dicono che rimarranno con tenacia nella propria terra, nel proprio quartiere e nelle proprie case, anche se Israele distruggerà Gaza completamente. Queste persone sono profughi da sessant’anni e questo conflitto è solo uno di quelli che hanno visto nel corso della propria esistenza – gli israeliani non vogliono che i palestinesi esistano e sperano che se ne andranno in Egitto e in Giordania. I profughi lo sanno e rimangono attaccati alla propria patria con tenacia.

Uno dei miei vicini ha detto che anche se distruggeranno Gaza completamente vi sono fuori milioni di palestinesi che possono continuare la lotta contro l’occupazione israeliana. Non dico questo per essere sentimentale – questo è quello che la gente dice. La gente teme per la propria vita ma è molto più preoccupata per la propria sorte in quanto popolo, per la propria patria, la propria storia e le proprie radici in questa zona sacra del mondo.

La gente qui è davvero sorpresa dalle dimostrazioni senza precedenti e dalle proteste in tutto il mondo a sostegno del popolo palestinese sotto attacco. Gli abitanti di Gaza sentono che vi sarà una luce al termine di questo tunnel oscuro. Per contro, la gente è sdegnata dalle reazioni dei governi in tutto il mondo.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/v2/article10116.shtml