Il governo tedesco contro Internet


IL GOVERNO TEDESCO VUOLE DARE INIZIO ALLA CENSURA APPOGGIANDOSI AGLI IPS [Internet Service Provider: I fornitori d’accesso]

La Germania inizierà a consegnare liste nere ai fornitori di servizi internet, secondo diverse fonti tedesche, come Spiegel (http://www.spiegel.de/netzwelt/web/0,1518,601517,00.html ). Si dice che questa mossa abbia il solo scopo di filtrare siti pedopornografici (http://blogoscoped.com/archive/2009-01-16-n15.html ). La Ministra della Famiglia, Ursula von der Leyen, ha detto che i rapporti con i provider dovrebbero concretizzarsi in 6-8 settimane, prevedendo che l’attuazione tecnica di tale misura venga attuata entro l’anno. Ma vi sono già uffici appositi, in Germania, che lavorano con motori di ricerca come Google per bloccare contenuti segnalati da liste nere (ad esempio Google Germania filtra il materiale relativo al revisionismo dell’Olocausto, che in Germania è illegale).

Riguardo alle obiezioni che, una volta che la censura tecnologica sia all’opera, possano essere censurati altri contenuti, oltre a quello pedopornografico, la Ministra Leyen ha detto che il materiale pedopornografico può essere facilmente separato da altri contenuti. Ella ha ammesso, tuttavia, di non essere in grado di dire in che modo i politici futuri potranno comportarsi con questo genere di strumenti.

Riguardo all’efficacia di questi filtri, il comunicato stampa emesso per l'occasione asserisce che “gli utenti di internet tecnicamente esperti troveranno sempre il modo di aggirare queste barriere”. Di recente, in Inghilterra, migliaia di utenti non sono riusciti ad accedere a Wikipedia. La Fondazione UK Internet Watch aveva deciso di predisporre un filtro a causa del fatto che Wikipedia ospitava la copertina di un album del 1976 della rock band degli Scorpions, che mostrava una ragazza parzialmente nuda. Il filtro era stato in seguito rimosso a causa delle proteste e di molto rumore giornalistico. Secondo altre fonti, la detta Fondazione ha deciso recentemente di predisporre il blocco di certe pagine e di certe immagini dell’archivio web Wayback Machine, in relazione al Protection of Children Act [Legge per la Protezione dei bambini], ma certi fornitori d’accesso a quanto pare hanno poi bloccato contestualmente tutta la Wayback Machine.