Il giudizio di Michael Hoffman sul caso Williamson


CONTINUI A PARLARE, VESCOVO WILLIAMSON

Di Michael Hoffman, 27 Gennaio 2009[1]

C’è un chiasso alquanto sconcertante che reclama la testa del Vescovo Richard Williamson, il prelato della Fraternità Sacerdotale S. Pio X (FSSPX) che dubita dell’esistenza delle camere a gas omicide ad Auschwitz-Birkenau, e la cui scomunica, insieme a quella dei suoi tre confratelli vescovi, è stata tolta da Papa Benedetto XVI.

Contro questo vescovo, e più in generale contro il revisionismo della seconda guerra mondiale, è stato operato un travisamento equivalente alla falsa testimonianza. Persone ignoranti, che non hanno mai letto un testo revisionista,[2] hanno inventato fantasie sfrenate sull’indole dei revisionisti e su quello in cui credono.[3]

L’Arcivescovo Marcel Lefebvre, il fondatore della FSSPX che fu nemico implacabile del giudaismo,[4] viene raffigurato come un prelato concentrato esclusivamente sul ripristino della vecchia Messa in latino, come se il solo ripristino, separato da tutti i mali che ci assediano, fosse una panacea. Questo è un errore che Mons. Lefebvre non assecondò mai. Egli pose invece l’accento sulla Regalità di Cristo nella nostra cultura e nella nostra società. Come può sopravvivere una tale Regalità quando una truffa gigantesca come quella delle [presunte] camere a gas omicide incatena la mente di milioni di cristiani?

Una parte considerevole del movimento cattolico tradizionalista è costituita da borghesi reazionari e da esteti preoccupati quasi esclusivamente dei cerimoniali e di apparire in buona luce agli occhi del Vaticano e del mondo, in modo da avere a propria disposizione una bella liturgia, con musiche, incensi, campane e candele adeguati. L’insegnamento radicale di Cristo non rientra nella loro mentalità, e oso dire che con Lui si sentirebbero in imbarazzo, se Egli si trovasse oggi tra loro, poiché aveva la tendenza, nelle grandi occasioni, a pronunciare sgradevoli verità sul giudaismo farisaico, cosa che oggi sarebbe vista, da coloro che sono impegnati a fare pressioni sul Vaticano (e dai media sionisti!), come un comportamento da maleducati.

Che il Vescovo Williamson neghi oppure no l’esistenza di camere a gas di esecuzione ad Auschwitz-Birkenau non dovrebbe condizionare in alcun modo la sua presenza nella Chiesa di Cristo, o il suo diritto a poter parlare, insegnare e pubblicare, non più di quanto i cattolici neocon, che negano il recente massacro israeliano di 1.300 palestinesi, inclusi 400 bambini, alcuni dei quali bruciati dal gas tossico a base di fosforo (ironia delle ironie), perdano la propria presenza all’interno della gerarchia o nelle loro chiese locali, a causa della loro abbietta negazione dell’olocausto perpetrato dagli israeliani contro gli arabi.

Dio dice: “Le mie vie non sono le vostre vie”, ma molti dei detrattori di Richard Williamson immaginano Dio come se lo immagina il Talmud, come un assistente del dominante Sinedrio, il tribunale rabbinico di fronte al quale si pretende che tutti noi ci inginocchiamo, inghiottendo le sue scandalose menzogne in modo da farci trattare da bravi piccoli boyscout.

Ognuno è libero di rifiutare o di accogliere le opinioni del Vescovo Williamson, ma tutti noi dovremmo difendere il suo diritto a esprimerle, specialmente alla luce del fatto che qualche sopravvissuto dell’Olocausto sembra ritenere che la propria sofferenza per mano dei nazisti (reale o immaginaria) gli dia il permesso di massacrare impunemente gli abitanti indigeni della Palestina.[5]

Se le coraggiose osservazioni del Vescovo Williamson, per quanto inopportune, ci portano a riflettere due volte sull’alibi del genocidio israeliano, allora le persone di buona volontà dovranno sentirsi rincuorate. Assistiamo invece al triste spettacolo di maestrine cattoliche benpensanti freneticamente indaffarate a cercare di allisciare le piume scompigliate di rabbini i cui artigli sono ancora freschi del sangue di Gaza.[6]

L’Olocausto è l’ultima religione di stato presa davvero sul serio in un Occidente altrimenti incredulo. Auschwitz ha sostituito la Resurrezione come evento ontologico centrale della nostra storia, una sostituzione che è facile da dimostrare: nessuno va in prigione se nega la Resurrezione, mentre invece gli storici revisionisti scontano lunghe pene detentive per aver dubitato dell’icona delle camere a gas omicide; tra questi prigionieri politici c’è Germar Rudolf, il brillante candidato al dottorato in chimica al Max Planck Institute.

Lungi dall’esaltare il cristianesimo, come il Vaticano immagina, la religione dell’Olocausto è la sua antagonista mortale nei cuori e nelle menti del genere umano. La tipica “lezione suprema dell’Olocausto”, impartita nelle sinagoghe e dedicata all’idolo dei Sei Milioni – che viene spacciata sotto forma di “musei di storia dell’Olocausto” - insegna che la fede cristiana storica, fissata nel Vangelo di Giovanni e realizzata dalla chiesa antica e medioevale, ha inevitabilmente favorito il “fanatismo malvagio” che ha “spianato la strada alle gasazioni di massa di Auschwitz”.

Nonostante i roboanti anatemi della stampa prostituita e dei prelati della “nuova chiesa”, come può un vero pastore sottomettersi a questa falsa religione e alla sua Neo-Lingua orwelliana dell’”Olocausto”, che nella sua essenza rappresenta la calunnia funesta e perpetua contro Gesù Cristo e i suoi discepoli autentici?

Continui a parlare, Vescovo Williamson, le vittime del falso Israele vogliono che lei dia voce al tormento degli oppressi e alla schiavitù dei liberi.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://revisionistreview.blogspot.com/2009/01/speak-on-bishop-williamson.html
[2] Come ad esempio le Lectures on the Holocaust [Conferenze sull’Olocausto] di Germar Rudolf, disponibili all’indirizzo seguente: http://www.vho.org/dl/ENG/loth.pdf
[3] Ecco un esempio: http://www.remnantnewspaper.com/Archives/2009-0131-ferrara-triumph_and_tribulation.htm
[4] http://ncronline3.org/drupal/?q=node/3180
[5] http://www.irishtimes.com/newspaper/opinion/2009/0106/1230936698370.html?via=mr
[6] http://www.haaretz.com/hasen/spages/1059124.html