Il concetto tedesco di "libertà di parola"


Il giornale di partito del NPD del Baden-Württemberg ha pubblicato recentemente un articolo (non datato ma risalente probabilmente al 21 Ottobre) che con l’aiuto di Georges Theil, che ringraziamo, possiamo riassumere come segue:

LA GIUSTIZIA DI STUTTGART SI OCCUPA DI UNA T-SHIRT

Per aver indossato una T-shirt che avrebbe “negato categoricamente l’Olocausto”, il militante del NPD Ronnie Hellriegel è stato condannato il 21 Ottobre a un’ammenda di 2.400 euro. Aveva indossato, durante una festa a Stuttgart, una T-shirt che recava, sul davanti, le seguenti affermazioni:

“Critica del governo: 100 euro”
“Critica del Consiglio Centrale [degli ebrei]: 1.000 euro”
“Negazione dell’Olocausto: senza prezzo”

E sul dorso recava scritto:

“I pensieri sono liberi!” (Georges Theil segnala che quest’ultima frase: “Die Gedanken sind frei!” – “I pensieri sono liberi!”, è l’inizio di un canto molto conosciuto in Germania, e che viene insegnato nelle scuole).

Un passante ebreo si è ritenuto provocato e ha sporto querela per violazione del tristemente famoso articolo 130, che i nostri lettori stanno imparando a conoscere. Ronnie Hellriegel era stato quindi condannato a un’ammenda immediata di 450 euro, per il fatto che “la sua T-shirt rientrava nell'ambito dell’articolo 130”. Ritenendosi innocente, aveva rifiutato di pagare l’ammenda, dando quindi luogo ad una incriminazione. La giudice Böckeler lo ha accusato di “insolenza”, allorquando questa semplice ammenda sarebbe stata in effetti per lui una “proposta di pace”. Il pubblico ministero ha chiesto un’ammenda di 1.600 euro, mentre l’avvocato difensore ha chiesto il proscioglimento. La giudice non ha tenuto conto di nessuno dei due e ha inflitto all’imputato un’ammenda di 2.400 euro (eseguibile in 60 giorni).

Ronnie Hellriegel ha annunciato che presenterà appello (http://www.npd-bw.de/?p=518 ).