Lo scorso 28 Ottobre si è tenuta la prima udienza a carico di Kevin Käther, il giovane tedesco accusato di “negazione dell’Olocausto”, il quale è comparso davanti al tribunale cantonale di Tiergarten, a Berlino. Il giovane si era auto-accusato di aver distribuito dei CD revisionisti.
Secondo le parole dell’imputato, il primo giorno del processo si è svolto in una “calma sbalorditiva”. Egli ha sostenuto di non poter essere considerato come qualcuno che nega l’Olocausto in modo intenzionalmente menzognero, ma come una persona che ha maturato la convinzione personale secondo cui l’Olocausto è, in effetti, una menzogna e che nessun ebreo è mai stato gasato. L’imputato ha richiamato l’attenzione del tribunale sui progressi scientifici compiuti dalle ricerche di Germar Rudolf, e sulle conclusioni cui è giunto il chimico tedesco. Rudolf ha in realtà provato che non vi sono tracce di acido cianidrico sui muri delle pretese camere a gas e che di conseguenza in tali locali non può essere avvenuta nessuna gasazione omicida, né di ebrei, né di altri.
Sulla base delle conclusioni sensazionali cui è pervenuto Rudolf, e tenuto conto della cappa di piombo che la menzogna dell’Olocausto fa pesare sul popolo tedesco, l’imputato ha considerato proprio dovere autoaccusarsi di “negazionismo”. Ha quindi ricordato la repressione esercitata contro degli innocenti come Sylvia Stolz, Germar Rudolf, Ernst Zündel, et cetera, e non ha nascosto che come tedesco non può accettare che nella propria patria avvengano cose del genere, come non può accettare che la menzogna dell’Olocausto avveleni l’anima di sua figlia.
Il giudice lo ha lasciato parlare, mentre il procuratore generale non smetteva di prendere appunti. Egli prevede probabilmente la formulazione di nuove accuse contro l’imputato perché, come si sa, in Germania è proibito invocare la verità dei fatti in processi del genere. L’imputato ha preparato per il processo circa 3.000 pagine di offerte di prova, e ne ha per ora presentate in tribunale circa 2.500, contestualmente ad alcune richieste.
L’imputato ha poi tenuto a precisare che, contrariamente a quello che affermano certi giudici, i “negazionisti” della Shoah non sono automaticamente dei mentitori che affermano intenzionalmente il contrario di ciò che sanno essere vero, ma che, come nel suo caso, sono intimamente persuasi della verità di quanto dicono. Kevin Käther ha quindi presentato una lista di 169 libri e di scritti che lo hanno portato a maturare la convinzione che l’Olocausto è una menzogna. Ha quindi richiesto il parere di un esperto al quale possa essere permesso di attestare che, dopo aver preso conoscenza di questa letteratura, l’imputato non poteva pervenire ad altra conclusione, e che dunque non può essergli addebitata la colpa di una “negazione menzognera”.