Le implicazioni del caso Töben


Il noto storico revisionista Mark Weber ha scritto qualche ora fa un interessante articolo sul caso Töben (http://http//axisoflogic.com/artman/publish/article_28510.shtml ). Ne traduco solo la seconda parte perché la prima si limita a riassumere fatti ormai noti ai lettori di questo blog.

In Europa le autorità puniscono abitualmente coloro che dicono o scrivono cose che la comunità ebraica ritiene offensive, ma non prendono misure contro coloro che offendono la sensibilità dei cristiani o dei musulmani. Così, in Germania e in molti altri paesi, è un reato penale dire che Elie Wiesel è un impostore, o che il Diario di Anna Frank è una truffa, ma è perfettamente legale dire che Gesù o Maometto erano degli impostori.

Le leggi contro la "negazione dell'Olocausto" sono il risultato di una campagna ebraica organizzata e a lungo termine. Nel 1982, l'Institute for Jewish Affairs di Londra (un agenzia del Congresso Mondiale Ebraico) annunciò che stava lanciando una campagna internazionale per convincere e fare pressioni sui governi affinché mettessero fuori legge la "negazione dell'Olocausto". Le leggi antirevisioniste che vennero in seguito promulgate in molti paesi europei riflettono il successo di quest'iniziativa. La Germania promulgò la sua legge nel 1985 (modificata nel 1994), la Francia nel 1990, l'Austria nel 1992, il Belgio nel 1995 e la Slovacchia nel 2001. Mostrando la natura lobbista di questa campagna, l'Associazione Internazionale degli Avvocati e dei Giuristi Ebrei chiese nel Giugno del 1998 nuove e più severe leggi contro il "negazionismo".

Poiché la Germania sta cercando di imporre la sua legge antinegazionista oltre i suoi stessi confini, il caso Töben ha dovunque delle pericolose implicazioni per la libertà di espressione su Internet. Chiunque abbia a cuore la libertà di parola - anche coloro che sono indignati dalle opinioni di Töben - dovrebbero essere allarmati dal tentativo, guidato dalla Germania, di censurare il web.

L'estradizione di Töben in Germania costituirebbe un pericoloso precedente. L'Inghilterra e altri paesi dell'Unione Europea sarebbero obbligati a consegnare alla Germania chiunque - da qualunque stato dell'Unione, inclusi visitatori da paesi extraeuropei - esprima opinioni dissenzienti sull'"Olocausto" accessibili su Internet.

Nei casi Zündel e Rudolf, i procuratori tedeschi hanno affermato il diritto di perseguire delle persone per pubblicazioni "negazioniste" su siti web in paesi dove tali pubblicazioni sono legali. Nel caso Töben, le autorità tedesche stanno sostenendo il diritto di punire per tali violazioni anche cittadini non europei.

Le autorità tedesche affermano il diritto di perseguire chiunque - e dovunque - abbia espresso opinioni dissenzienti sull'"Olocausto" accessibili su Internet in Germania, anche quando l'espressione di tali opinioni è del tutto legale nei paesi dove sono state pubblicate, e a prescindere dalla lingua in cui sono scritte.

Come qualche osservatore ha fatto notare, la Germania sta cercando di "legiferare per il mondo intero", trattando il materiale scaricabile da Internet come se fosse una pubblicazione tedesca. Nigel Farage, leader dell'Independence Party inglese, ha detto che il suo partito, pur non approvando in alcun modo le opinioni di Töben, ritiene che tale imputato "non solo non ha infranto nessuna legge inglese, ma cercando di arrestarlo la Germania sta rivendicando un diritto alla censura sull'intero network di Internet".

Esiste anche il pericolo che altri paesi, citando il precedente tedesco, possano cercare in modo analogo di punire delle persone che pubblicano all'estero scritti contrari ai propri criteri particolari di legalità.

La Turchia, ad esempio, potrebbe chiedere l'estradizione e la punizione di chiunque, in qualunque stato europeo, pubblichi in rete degli scritti che violano la legge di quel paese che considera reato insultare la nazione turca. Il Pakistan o l'Arabia Saudita potrebbero chiedere l'estradizione e la punizione di individui che in Europa pubblicano scritti o immagini che insultano l'Islam. La Cina potrebbe chiedere l'estradizione e la punizione di persone che chiedono l'indipendenza del Tibet, o che contestano la legittimità del Partito Comunista Cinese.

E' difficile credere che la Germania possa permettere ad altri paesi di punire i suoi cittadini con lo stesso criterio con cui la Germania insiste nel punire chiunque violi la propria legge sui "reati d'opinione".
Lo sforzo della Germania di imporre oltre i propri confini i propri limiti alla libertà di parola ha dovunque conseguenze potenzialmente nefaste per la libertà di espressione su Internet. Avendo il caso Töben delle implicazioni così estese, i cittadini di molti paesi osserveranno attentamente il modo con cui le autorità inglesi decideranno di gestire la richiesta di estradizione tedesca.