La persecuzione di Horst Mahler


Mercoledì scorso c’è stata l’udienza di apertura del processo contro il famoso avvocato tedesco Horst Mahler, per una girandola di capi d’imputazione che ruotano soprattutto intorno all’accusa di “negazione dell’Olocausto”. Tra le altre cose, Mahler è accusato di aver diffuso regolarmente, tra il 2001 e il 2004, materiale “negazionista” su Internet. Mahler è stato accusato di “istigazione” e rischia fino a 5 anni di prigione. L’attuale processo è solo l’ultimo di una lunga serie contro il settantaduenne avvocato, che nel Luglio scorso è stato condannato a 11 mesi di prigione per aver fatto il saluto nazista mentre stava entrando in carcere a scontare un’altra condanna (http://www.msnbc.msn.com/id/27083394/ ).

Oltre alle sue numerose condanne relative alle sue convinzioni storiche e politiche, Mahler è stato anche condannato nel 2003 da un tribunale di Mainz per aver detto che gli attacchi dell’11 Settembre erano giustificati, ricevendo una multa di molte migliaia di euro.

In quest’ultimo processo, che si tiene a Potsdam, il celebre avvocato non è entrato nel merito dei numerosi capi d’accusa rivoltigli ma ha spiegato in dettaglio la sua concezione della storia. A suo giudizio il Terzo Reich non è stato l’aggressore ma l’aggredito e ha dovuto difendersi; nel 1939 non è stata la Germania a dichiarare guerra ma la Polonia, e se c’è stato un Olocausto, è stato quello dei tedeschi. Ha poi parlato delle “testimonianze” relative all’Olocausto ebraico e le ha ridicolizzate. Ha quindi terminato la sua esposizione dicendo: “Sono razzista. Sono affinché l’uomo bianco rimanga bianco”.

Il tribunale non ha gradito le affermazioni di Mahler e ha avvertito l’imputato che le sue affermazioni nel corso del processo potranno dar luogo a ulteriori capi d’imputazione.

Si ritiene che il processo debba durare almeno fino alla metà di Novembre.