Intervento di Chris Huhne sul caso Töben


L’ESTRADIZIONE FARA’ DEL DR. TÖBEN UN MARTIRE[1]

Il Mandato d’Arresto Europeo è uno strumento importante, scrive Chris Huhne, ma non dovrebbe essere usato per ridurre la libertà di espressione.

Il caso del detestabile dr. Fredrick Töben è destinato a diventare una causa celebre proprio perché questi casi difficili mettono alla prova i principi liberali fondamentali. “Disapprovo quello che dici”, recita la massima “ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”. La mia posizione sul dr. Töben è la stessa. Le opinioni del dr. Töben sull’Olocausto sono offensive, sgradevoli, e sbagliate. Ma la libertà di parola è la pietra angolare della democrazia liberale, senza la quale tutte le altre libertà annaspano. Noi riduciamo questa libertà a nostro rischio e pericolo e solo in casi estremi (come quelli dell’istigazione all’odio razziale e della violenza).

Ho passato buona parte della mia vita politica a combattere il razzismo, incluso l’antisemitismo. Sono stato orgoglioso di essere stato un membro dell’inchiesta parlamentare, rivelatrice e sostenuta da tutti i partiti, sull’antisemitismo nel 2006, e di aver caldeggiato provvedimenti concreti per contrastare la sua crescita in Inghilterra. Ma stranamente mi trovo ora a difendere il diritto del dr. Töben di negare l’Olocausto e di resistere alla sua estradizione in Germania, chiesta in base al Mandato di Arresto Europeo.

Nel caso del dr. Töben, il Mandato d’Arresto Europeo viene usato per detenere un individuo che vive in Australia e che stava cambiando l’aereo a Heathrow, ma che è accusato del reato di negazione dell’Olocausto in Germania. Il dr. Töben non ha commesso reati ai sensi della legge inglese o di quella di 17 dei 27 stati membri dell’Unione Europea. Io rispetto il diritto della Germania, dell’Austria e di altri paesi di criminalizzare la negazione dell’Olocausto, ma non li voglio imitare. Ecco perché il tribunale dovrebbe rifiutare l’estradizione quando esaminerà la questione venerdì (oggi).

La controversia legale non si esaurisce con l’applicazione del mandato. Il dr. Töben è accusato in Germania ma il suo reato è quello di gestire un sito australiano. La Germania ha assunto il ruolo del censore, per la possibilità di accedere a tale sito in Germania. E’ difficile prevedere fino a dove arriverà un tale tentativo di allargare la giurisdizione, o quali potranno esserne gli effetti agghiaccianti sulla libertà di espressione.

I tecnicismi legali potrebbero tuttavia bloccare l’estradizione del dr. Töben. Il mandato d’arresto è stato concepito per rispettare il sistema giuridico di ogni paese dell’Unione Europea permettendo l’estradizione automatica, sebbene esso permetta ai tribunali inglesi di valutare se vengano violati i diritti fondamentali dell’imputato. Una clausola della legislazione permette anche ai nostri tribunali la possibilità di rifiutare l’estradizione perché il reato è stato commesso fuori del territorio del paese richiedente, e perché qui non ne è permesso il perseguimento.

Almeno uno stato membro [dell’Unione Europea] – il Belgio – ha già detto che controllerà le richieste di estradizione per valutare se debbano essere eseguite. La Polonia emette circa un terzo di tutti i Mandati d’Arresto, trattando l’aborto alla stregua dell’omicidio. Tuttavia, i belgi hanno detto che non daranno corso ai mandati per casi di aborto e di eutanasia. L’atteggiamento del Belgio costituisce un precedente per il rifiuto.

Qualunque sia l’esito del caso del dr. Töben, comunque, esso evidenzia il motivo per cui è importante riaprire il dibattito sul mandato d’arresto. Non dico, come fanno i conservatori, che dovrebbe essere eliminato. In un mondo globalizzato anche nel crimine, esso si è dimostrato utilissimo nell’estradare uno degli attentatori di Londra dall’Italia e nel chiudere la vecchia Costa del Crime in Spagna. Nella grande maggioranza dei casi, il Mandato d’Arresto Europeo è un buon esempio di come gli stati membri possono cooperare nell’affrontare dei problemi in modo molto più efficace.

Il mandato d’arresto costituisce l’estradizione adeguata ai nostri tempi. Se i criminali possono riapparire a centinaia di miglia di distanza in una giurisdizione differente a poche ore di distanza dall’esecuzione di un reato, lo stato deve poter perseguire i criminali senza l’interminabile burocrazia tipica dell’estradizione tradizionale. Ma i paesi devono potersi fidare dei sistemi legali altrui e dell’uso responsabile del mandato, altrimenti il sostegno politico al mandato si spegnerà.

Il mandato è stato concepito principalmente per assicurare l’estradizione rapida tra stati membri per reati sostanziali come omicidio, traffico di esseri umani, riciclaggio, rapine a mano armata, stupro e terrorismo. Quando ne venne esaminata la legislazione, il comitato della Camera dei Comuni ammonì sull’inclusione del razzismo e della xenofobia nell’elenco dei reati di cui non era necessario provare la conformità alla legislazione del paese interpellato, proprio a causa delle differenze di interpretazione da un paese all’altro dell’UE.

La soluzione più corretta sarebbe quella di escludere il razzismo e la xenofobia. Ma vi potrebbero essere altre soluzioni che rispettino le differenze essenziali di storia e di cultura fra un paese membro e l’altro. In Inghilterra, abbiamo una considerazione troppo alta della libertà di parola per vederla sacrificata a causa delle opinioni razziste di un accademico eccentrico. Né dovremmo trasformare il dr. Töben in un martire malcapitato. La forza degli argomenti, le proteste diffuse e il ridocolo sconfiggeranno i negazionisti dell’Olocausto. Non nobilitiamo il loro status o i loro argomenti con le incriminazioni.

Chris Huhne è il Ministro-ombra dell’Interno dei Liberaldemocratici.
[1] http://www.indexoncensorship.org/?p=671