Giornalista ebrea contraria all'estradizione di Töben


LA LEGGE SULLA NEGAZIONE DELL’OLOCAUSTO E LA TENTATA ESTRADIZIONE DI UN UOMO PER AVER PUBBLICATO MATERIALE ANTISEMITA

Di Melanie Phillips, 6 Ottobre 2008[1]

In settimana un tribunale inglese esaminerà la richiesta di cauzione in un caso di estradizione che dovrebbe suscitare campanelli di allarme.

Un cittadino australiano di origine tedesca, Fredrick Töben, è stato arrestato dalla polizia inglese mentre transitava a Heathrow, in esecuzione di un Mandato d’Arresto Europeo emesso dalle autorità tedesche.

I tedeschi lo accusano di aver pubblicato materiale negazionista e antisemita sul suo sito australiano.

Non c’è dubbio che le opinioni espresse da Töben, un famigerato falsario della storia, che era già stato condannato a nove mesi di reclusione in Germania per aver infranto la legge tedesca contro il negazionismo, siano abominevoli. Egli dice, per esempio, che non esiste alcuna prova che Hitler abbia sterminato sistematicamente gli ebrei e che Auschwitz era semplicemente un “campo di transito”.

Come ebrea, sono perfettamente conscia del potenziale malefico insito nel negare che i nazisti tentarono di sterminare gli ebrei del pianeta. Tali menzogne vengono utilizzate per eccitare l’odio contro il popolo ebreo accusandolo di fatto di aver fabbricato delle dicerie di genocidio. E’ indiscutibile che una tale tesi non solo nega le prove storiche della “Soluzione Finale” di Hitler ma espone gli ebrei di tutto il mondo ad ulteriori odi e persecuzioni. La negazione dell’Olocausto è, in realtà, una forma moderna di odio contro gli ebrei.

Ma, a denti stretti, devo dire che sono del tutto contraria all’estradizione di quest’uomo e che sono atterrita dagli sviluppi politici e legali che hanno portato a queste misure. Vi sono due questioni fondamentali in gioco qui. La prima è la minaccia al principio della libertà di parola. La seconda è l’erosione della capacità dell’Inghilterra di difendere la sua adesione storica a questo principio.

La libertà di parola è uno dei fondamenti della nostra società. Certo, non è un diritto assoluto; ma noi lo limitiamo solo nei casi più rari, quando pone una minaccia diretta agli individui, come istigare o incoraggiare le persone alla violenza.

Per ragioni analoghe, proibiamo anche l’istigazione all’odio razziale. Ma facciamo una distinzione, per esempio, tra istigare all’odio delle persone per quello che sono in sé stesse, che consideriamo giustamente un reato, e istigare all’odio delle loro opinioni, che consideriamo parte della competitività di una società democratica e liberale. Ecco perché c’è un tale clamore sul nuovo reato di istigazione all’odio religioso.

E’ a causa di questo rispetto per il dibattito che questo paese non ha mai criminalizzato il negazionismo dell’Olocausto.

Per quanto sia odioso, si tratta di un’interpretazione della storia – un’interpretazione che in ogni caso sfida ogni classificazione.

E’ vero, è un’interpretazione usata per fomentare odio contro gli ebrei. Ma quando si sostiene che dovrebbe perciò diventare reato, non si finisce più.

Dopo tutto, si può dire allo stesso modo che l’attuale denigrazione di Israele e la negazione che essa sia vittima di un’aggressione in Medio Oriente ha portato ad un’impennata della violenza e dei pregiudizi contro gli ebrei di tutto il mondo.

Un dato anche più importante, è che la letteratura inglese classica è piena di stereotipi e di opinioni antiebraiche. Ma nessuno sostiene che esprimere tali opinioni contro Israele dovrebbe perciò diventare reato, o che questi classici della letteratura debbano essere censurati.

In una società libera, il giusto antidoto contro la propagazione delle menzogne è l’espressione della verità. L’arcinegazionista David Irving è stato imprigionato in Austria per questo reato. Questo ha neutralizzato il suo veleno? Naturalmente no; se non altro, lo ha aiutato ad atteggiarsi a martire.

E’ stata sicuramente più efficace la distruzione delle sue idee in un tribunale inglese quando scelse di intraprendere un’azione giudiziaria – azione che si rivoltò contro di lui screditando la sua pretesa di essere uno “storico” e concludendosi con la sua condanna da parte del giudice come “polemista pro-nazi”.

Questo è il modo inglese di procedere. Ma quello che è così inquietante nel caso di Töben è che potremmo essere costretti a diventare complici di un punto di vista che è nemico del nostro.

Se Töben viene estradato, questo significa che l’Inghilterra tratterà come un sospetto criminale qualcuno accusato di comportamenti che in questo paese non sono considerati reati.

Questo rompe un antico principio del nostro diritto – che noi abbiamo così deplorevolmente eliminato quando abbiamo firmato il Mandato d’Arresto Europeo. Inoltre, ora non solo gli stranieri ma anche i cittadini inglesi possono in teoria venire arrestati in Inghilterra ed estradati in paesi che possono accusarli di aver commesso reati che qui non sono considerati tali.

Questo fa parte del tentativo di creare un “corpus” europeo di diritto penale, che è a sua volta un elemento-chiave della visione europea di un super-stato unificato i cui cittadini sottoscrivono tutti gli stessi principi.

Ma noi non li abbiamo sottoscritti. Sia la Germania che l’Austria hanno una ragione molto specifica per criminalizzare la negazione dell’Olocausto. Data la loro storia spaventosa, sono comprensibilmente atterrite dalla possibilità che essa possa suscitare un revival del nazismo.

Hanno il diritto di avere questa posizione e di custodirla nel loro diritto. Ma ugualmente, dovremmo avere il diritto di dire che non condividiamo questo punto di vista. Firmando il Mandato d’Arresto Europeo, tuttavia, ci siamo privati di questo privilegio così prezioso.

Anche se Töben non viene estradato – qualcuno ritiene che la formulazione della Legge sull’Estradizione possa fornirgli una scappatoia – il Mandato d’Arresto Europeo rimane una minaccia per le nostre libertà.

La sua portata è pericolosamente vaga. Secondo le sue condizioni, le persone possono essere estradate in un paese che le accusa semplicemente di “razzismo e xenofobia”. Ma questi pregiudizi sono notoriamente difficili da definire.

In realtà, quelli che contestano il Mandato d’Arresto Europeo e lo stesso progetto dell’Unione Europea come un attacco alla sovranità nazionale vengono essi stessi accusati abitualmente di xenofobia.

Non è sicuramente fantasioso, perciò, immaginare uno scenario orwelliano in cui queste stesse persone possono venire estradate e incriminate – per aver ammonito contro lo stesso abuso di potere che potrebbe metterle sul banco degli imputati.

La negazione dell’Olocausto ricade nella categoria di “reati d’opinione”, che è diventata una vera fissazione presso i militanti di sinistra, e un articolo di fede all’interno dell’Unione Europea. Questi zeloti sembrano credere che l’odio e il pregiudizio possano essere eliminati dal cuore umano con l’esercizio della legge.

Come altre fantasie utopiche, tuttavia, lungi dal portare una nuova era di tolleranza e di illuminismo, essa crea l’esatto contrario.

Vi sono sempre più arresti e incriminazioni contro persone ritenute colpevoli di “reati d’opinione” – semplicemente perché tali persone predicano il Cristianesimo, denunciano l’immoralità o, addirittura, in un caso particolarmente ironico, per aver scritto su un muro “Libertà di Parola per l’Inghilterra”.

E tutto questo sullo sfondo di una campagna di certi musulmani che cercano di far mettere fuorilegge anche il termine “terrorismo islamico” per stroncare il dibattito su tale minaccia.

Questa sinistra invasione dei reati d’opinione nel diritto inglese ha poco a che fare con la prevenzione del danno, e riguarda più l’abuso di potere. E l’Unione Europea ha messo benzina sul fuoco.

E’ questa erosione delle libertà fondamentali e questa negazione delle differenze nazionali che sta alla base del progetto dell’Unione Europea che sta dietro l’attuale allarmante crescita dei partiti neo-nazisti in paesi come l’Austria – che ha imprigionato David Irving per negazione dell’Olocausto.

Non sono fanatici come Fredrick Töben a costituire la minaccia più grande per la nostra libertà, ma l’Unione Europea e la sua dottrina incendiaria della negazione del principio di nazione.

[1] http://www.dailymail.co.uk/news/article-1069469/MELANIE-PHILLIPS-We-let-Brussels-turn-Holocaust-denial-crime.html