Due prese di posizione coraggiose


In questi ultimi giorni due voci si sono levate, in Francia e in Germania, contro il totalitarismo delle "leggi della memoria", che fanno dell'"Olocausto" un dogma religioso.

Si tratta di Anne-Marie Le Pourhiet, professore di Diritto Pubblico all'Università di Rennes 1, e del giornalista Arno Widmann, attuale responsabile delle pagine culturali del giornale di sinistra "Frankfurter Rundschau".

Nel quadro della "Mission d'information sur les questions mémorielles", diretta all'Assemblea Nazionale da Bernard Accoyer, sono state organizzate diverse tavole rotonde a partire dall'8 Luglio scorso. Il 14 Ottobre, durante la Tavola rotonda n°6, che aveva per titolo "Le rôle du Parlement dans les questions mémorielles", è stata ascoltata Anne-Marie le Pourhiet, che è anche vice-Presidente dell' Association française de droit constitutionnel, e della Société des professeurs des facultés de droit. Il suo intervento, di 9 minuti, costituisce una vera denuncia della società francese contemporanea (http://unionroyalistebvm.over-blog.com/article-23951424.html ).

Ecco alcune delle espressioni che abbiamo rilevato: "totalitarismo orwelliano", "lavaggio del cervello", "ossessione purgante e repressiva", "sistema totalitario".
E ancora: "sono stata scioccata dall'espressione "politica della memoria"...Trovo quest'espressione perfettamente orwelliana, essa evoca il lavaggio del cervello; ci si domanda: a quando la creazione di un Ministero della Memoria, così come è stato creato un Ministero dell'Identità nazionale?"
E ancora: "La più grave...è la questione della violazione della libertà da parte delle leggi a carattere penale che sono state votate: è, certamente, la violazione della libertà di espressione, della libertà di stampa in generale, e l'attentato alle libertà scientifiche e universitarie in particolare", "I reati di negazione o di minimizzazione di questi atti [i genocidi] sono dei reati di opinione inaccettabili in una democrazia liberale. Da questo punto di vista resto, come molti giuristi e storici, assolutamente contraria a questo tipo di reati".

Da notare che la posizione di Anne-Marie Le Pourhiet è ben diversa da quella dello storico Pierre Nora e dei suoi accoliti dell'"Appello di Blois", i quali vorrebbero ovviare agli inconvenienti delle "leggi memoriali" abolendole tutte tranne quelle "antinegazioniste", proprio quelle che hanno dato origine all'attuale deriva liberticida.
La voce di Arno Widmann si è invece fatta sentire in favore della soppressione dell'articolo 130 che, in Germania, permette la carcerazione dei revisionisti. In un articolo intitolato "Il combattimento per la memoria", apparso il 23 Ottobre ( http://www.fr-online.de/in_und_ausland/kultur_und_medien/feuilleton/?em_cnt=1617551& ), egli auspica la soppressione del detto articolo, che per lui costituisce un attentato alla libertà di opinione. "Lo Stato", afferma, "non è il gestore né il guardiano della verità storica. Ha creato i mezzi per riuscirvi". Ha terminato il suo articolo precisando che "La Repubblica Federale di Germania e l'Unione Europea non hanno bisogno di leggi sulla storia", ma devono, al contrario, "incoraggiare con forza dei dibattiti in contraddittorio".