La sintesi di Arthur Butz


BREVE INTRODUZIONE ALLO STUDIO DEL REVISIONISMO DELL’OLOCAUSTO

Di Arthur Butz (1991)[1]

Vedo tre ragioni principali per la credenza, diffusa ma erronea, nella leggenda dei milioni di ebrei uccisi dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale: le truppe americane e inglesi trovarono orribili mucchi di cadaveri nei campi della Germania occidentale da loro occupati nel 1945 (come Dachau e Belsen), non vi sono più grandi comunità di ebrei in Polonia, e gli storici di solito avallano la leggenda.

Durante le due guerre mondiali la Germania fu costretta a combattere il tifo, trasmesso dai pidocchi nel traffico costante con i paesi dell’Est. Ecco perché tutti i resoconti degli ingressi nei campi di concentramento tedeschi parlano di taglio dei capelli, di docce e di altre procedure di disinfestazione, come il trattamento degli alloggi con l’insetticida Zyklon B. Questa fu anche la ragione principale dell’alto tasso di mortalità nei campi, e della presenza in tutti i campi dei crematori.

Quando la Germania sprofondò nel caos, allora naturalmente tutti questi accorgimenti ebbero fine, e il tifo e altre malattie dilagarono nei campi, che ospitavano principalmente prigionieri politici, criminali comuni, omosessuali, obbiettori di coscienza, ed ebrei rastrellati per il lavoro. Di qui le scene orribili, che tuttavia non ebbero nulla a che fare con lo “sterminio” o con qualunque piano deliberato. Inoltre, i suddetti campi della Germania Ovest non erano i pretesi “campi di sterminio”, che erano tutti situati in Polonia (come Auschwitz e Treblinka) e che vennero tutti evacuati o smantellati prima di finire in mano ai sovietici, che non si trovarono di fronte alle scene suddette.

La “Soluzione Finale” menzionata nei documenti tedeschi consisteva in un programma di evacuazione, re-insediamento e deportazione di ebrei, con l’obbiettivo ultimo di espellerli dall’Europa. Durante la guerra gli ebrei di varie nazionalità vennero trasferiti a Est, come una tappa di questa Soluzione Finale. La leggenda afferma che tale evacuazione era dovuta soprattutto a scopo di sterminio.

La grande maggioranza dei milioni di persone presuntamente sterminate era composta da ebrei dell’Europa dell’Est, non da ebrei tedeschi o dell’Europa occidentale. Per questo motivo lo studio della questione per mezzo di statistiche demografiche è stato difficile se non impossibile, ma è un fatto che non vi sono più grandi comunità di ebrei in Polonia. Tuttavia i tedeschi furono solo uno dei fattori dello spostamento degli ebrei. I sovietici deportarono praticamente tutti gli ebrei della Polonia orientale all’interno dei territori sovietici nel 1940. Dopo la guerra, con gli ebrei polacchi e di altre nazionalità che si riversavano da Est nella Germania Ovest occupata, i sionisti ne trasferirono un gran numero in Palestina; gli Stati Uniti, poi, e altri paesi accolsero molti ebrei, nella maggior parte dei casi in condizioni che rendono impossibile una valutazione numerica. Inoltre i confini polacchi vennero drasticamente cambiati alla fine della guerra; il paese venne letteralmente spostato verso Ovest.

Gli storici di solito avallano la leggenda, ma vi sono dei precedenti alla cecità quasi incomprensibile degli studiosi. Ad esempio, nel corso del medioevo anche i nemici politici del Papa ammettevano la sua falsa pretesa che l’imperatore Costantino aveva ceduto nel 4° secolo il comando dell’Occidente al Pontefice, sebbene tutti sapessero molto bene che a Costantino erano succeduti altri imperatori. L’unanimità tra gli accademici è particolarmente sospetta quando vi sono grandi pressioni politiche; in alcuni paesi i revisionisti dell’Olocausto sono perseguiti penalmente.

E’ facile dimostrare che la leggenda dello sterminio merita incredulità. Anche il lettore occasionale della letteratura dell’Olocausto sa che durante la guerra quasi nessuno si comportava come se lo sterminio stesse accadendo. Perciò è un fatto comune rimproverare il Vaticano, la Croce Rossa e gli Alleati (specialmente le agenzie di intelligence) per la loro ignoranza e inazione, e spiegare che gli ebrei non resistevano alle deportazioni perché non sapevano quello che era loro riserbato. Se sommate tutto ciò vi troverete di fronte la strana teoria che per quasi tre anni i treni tedeschi, operando su scala continentale in territori europei densamente popolati, condussero regolarmente e sistematicamente milioni di ebrei alla morte, e nessuno se ne accorse, tranne pochi leader ebrei che fecero dichiarazioni pubbliche sullo “sterminio”.

A uno sguardo più ravvicinato, però, anche quei pochi leader ebrei non si comportarono come se lo sterminio fosse in atto. Le comunicazioni ordinarie tra i paesi occupati e neutrali rimasero aperte, ed essi furono in contatto con gli ebrei che i tedeschi stavano deportando, quegli ebrei che perciò non potevano essere ignari dello “sterminio”, se quelle affermazioni avessero avuto fondamento.

Questa incredibile ignoranza [della realtà] dovrebbe essere ugualmente attribuita al dipartimento di Hans Oster, dell’intelligence militare tedesca, definito correttamente “il vero quartier generale dell’opposizione a Hitler” in una recente intervista.

Quello che ci viene offerto come prova venne raccolto dopo la guerra, nei processi. La prove consistono quasi esclusivamente in testimonianze orali e in “confessioni”. Senza le prove fornite da questi processi non vi sarebbe nessuna prova significativa di “sterminio”. Bisogna fermarsi e meditare su tutto ciò attentamente. Furono necessari dei processi per stabilire che la battaglia di Waterloo accadde? I bombardamenti di Amburgo, Dresda, Hiroshima e Nagasaki? I massacri in Cambogia? Tuttavia questo programma durato tre anni, di vastità continentale, che si ritiene abbia fatto milioni di vittime, ha richiesto dei processi per accertare la sua esistenza. Non sto dicendo che i processi sono stati illegali o ingiusti; sto dicendo che la logica storica su cui la leggenda si basa non deve essere ammessa. Eventi come questi non possono accadere senza generare delle prove proporzionate e sincrone della loro esistenza, proprio come il fuoco di una grande foresta non può avere luogo senza produrre fumo. E’ come credere che New York sia stata distrutta dal fuoco, se venissero prodotte delle confessioni in tal senso.

Dettagliate considerazioni sulle prove specifiche avanzate a sostegno della leggenda sono state al centro della letteratura revisionista, e non possono essere riprese in questa sede, e tuttavia menzionerò un punto. La tesi della leggenda è che non vi furono mezzi tecnici approntati per il compito specifico dello sterminio, e che mezzi inizialmente approntati per altri scopi vennero gravati di tale compito in sistemazioni improvvisate. Così gli ebrei vennero presuntamente gasati con l’insetticida Zyklon, e i loro cadaveri svanirono nei crematori assieme ai morti per cause “ordinarie” (le ceneri e le altre tracce di questi milioni di vittime non sono mai state trovate).

Sicuramente ogni persona ragionevole ha motivo di rimanere incredula.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://forum.codoh.com/viewtopic.php?t=5132 . Il presente articolo è una sintesi di un’opera più approfondita (Context and perspective in the <<Holocaust>> controversy”), scritta dall’autore nel 1982 e tradotta in italiano nel 1999 (disponibile al seguente indirizzo: http://www.aaargh.com.mx/ital/ABcontesto.html ).