Antonio Caracciolo: presunto sdoganatore dei revisionisti


Ho ricevuto giorni fa un'allarmata lettera circolare di Antonio Caracciolo, noto infiltrato del movimento a difesa degli articoli 21 e 33 della Costituzione. Caracciolo è entrato in fibrillazione per essere stato criticato da Piera Prister (membro della famosa lobby ebraica statunitense AIPAC, nonché redattrice di "Informazione Corretta"), la quale ha lamentato la presenza, sul blog di Caracciolo, di un articolo di Mark Weber in favore del dottor Mengele, articolo da me tradotto qualche mese fa (quando ancora scrivevo per il blog di Caracciolo).

Ai lettori desiderosi di chiarimenti sull'affaire Caracciolo consiglio la lettura dell'articolo da me scritto nel Febbraio scorso (http://andreacarancini.blogspot.com/2008/02/antonio-caracciolo-il-binario-morto.html ).

E' possibile leggere l'attacco di Piera Prister all'indirizzo seguente: http://civiumlibertas.blogspot.com/2008/05/israel-lobby-13-piera-prister-la.html#tre . Nella sua risposta sul blog, Caracciolo ammette che l'articolo incriminato è "interessante", e giustamente invita la Prister a fornire sul dottor Mengele notizie migliori, se ne ha, invece di fare opera di delazione contro chi pubblica testi a lei non graditi.

Poi però Caracciolo ha ritenuto opportuno, onde evitare guai, di rimuovere dal suo blog l'articolo in questione. Ha infatti scritto nella sua lettera circolare: "Prevedendo le mosse successive [quali?] ho ritenuto opportuno rimuovere un articolo [quello su Mengele], peraltro non da me immesso, e punto di attacco". Si è reso conto, Caracciolo, che così facendo ha riconosciuto - almeno implicitamente - di essere stato colto in fallo?

Caracciolo ha poi aggiunto nella sua lettera che, per quanto riguarda la presenza nel suo blog dei libri di Carlo Mattogno e di Jürgen Graf, si sente invece di "resistere" e di "resistere fino in fondo". Osservo a tal proposito che, per entrambe le opere in questione, non mi sembra che Caracciolo abbia tenuto fede agli impegni presi a suo tempo sia con Mattogno che con Graf.

Caracciolo che, ricordiamolo, è ricercatore presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università La Sapienza di Roma, si era infatti impegnato non solo a pubblicare integralmente (come in effetti ha fatto) ma a editare con opportune immagini il libro di Mattogno, ma ha lasciato da un pezzo le cose a metà (http://civiumlibertas.blogspot.com/2008/01/carlo-mattogno-raul-hilberg-e-i-centri.html). Si era inoltre impegnato, ormai un anno fa, a tradurre il libro di Graf entro un anno (tempo di traduzione peraltro spropositato) ma anche in questo caso ha lasciato le cose a metà. Davvero un bell'esempio di resistenza!

Cose risapute, dirà qualcuno. Non da tutti, e per questo mi sembra opportuno ribadirle. In ogni caso c'è una novità anche per chi pensava di conoscerlo bene, il Caracciolo. Proprio ieri, il presunto antagonista di "Informazione Corretta", così ammirato da eurasiatisti e neofascisti, ha pubblicato un articolo di Calogero Carlo del Re, apertamente apologetico della conquista e dell'occupazione americana dell'Iraq (http://civiumlibertas.blogspot.com/2008/07/calogero-carlo-lo-re-war-on-terror-la.html ). Un articolo in cui vengono elogiati senza vergogna personaggi come John Negroponte e David Petraeus, e in cui viene denigrato l'ammiraglio William Fallon, noto per la sua posizione contraria ad un intervento armato contro l'Iran. Davvero un contributo memorabile!

Che dire: mi dispiace solo che un illustre studioso come Carlo Mattogno abbia riposto fiducia in un personaggio del genere. Certo, un po' Mattogno lo capisco: è una vita che spera di essere sdoganato da qualche accademico onesto. Quando Caracciolo gli propose la pubblicazione sul suo blog del libro su Hilberg, avrà pensato ad una buona notizia. Ma è difficile essere sdoganati da chi, nel corso della propria vita, non è riuscito a sdoganare neppure sé stesso.