Il caso Mordechai Vanunu


LA POLITICA HA PREVALSO SUI DIRITTI UMANI NEL CASO MORDECHAI VANUNU[1]

Lo sforzo della Norvegia di presentarsi come paladina dei diritti umani ha subito un altro colpo mercoledì scorso [2 Aprile 2008], quando è emersa la notizia che il governo norvegese si intromise per respingere la richiesta di asilo politico inoltrata dall’israeliano Mordechai Vanunu[2], a lungo prigioniero nelle carceri del suo paese.

Il giornale Bergens Tidende ha riferito mercoledì [2 Aprile 2008] che la richiesta di asilo politico in Norvegia di Mordechai Vanunu era stata in realtà approvata nel 2004 dall’ufficio immigrazione.

L’ufficio immigrazione, tuttavia, venne esautorato dal governo norvegese di centro-destra dell’epoca. Le considerazioni politiche, e cioè il desiderio della Norvegia di rimanere in buoni rapporti con Israele e con gli Stati Uniti, hanno pesato più dei diritti umani di Vanunu.

“Questo mette la Norvegia in cattiva luce”, ha detto lo stesso Vanunu. Ha dichiarato mercoledì mattina di essere rimasto deluso ma non sorpreso nell’apprendere che dietro il rifiuto della sua richiesta d’asilo, quattro anni fa, c’erano in realtà motivi politici.

I funzionari dell’ufficio immigrazione, che hanno il dovere di vagliare le richieste d’asilo senza farsi condizionare da interferenze politiche, avevano stabilito che Vanunu era idoneo all’asilo. Vanunu, che è fisico nucleare, ha trascorso 17 anni di prigione in Israele, 11 dei quali in isolamento, dopo aver rivelato al Sunday Times di Londra che Israele stava sviluppando un programma di armamenti nucleari.

Era stato rapito a Roma da una squadra del Mossad, dopo aver rivelato il programma in questione nel 1986, e riportato a forza in Israele dove era stato condannato dopo un processo a porte chiuse.

E’ stato liberato soltanto nel 2004, ma con severe restrizioni alla sua libertà. Aveva poi chiesto asilo in Norvegia, dove l’ufficio immigrazione aveva deciso che la sua richiesta sarebbe stata esaudita.

Tuttavia, l’ufficio immigrazione venne esautorato dal governo di centro-destra, all’epoca guidato da Kjell Magne Bondevik, del partito cristiano-democratico. Bondevik descrive sé stesso come un campione dei diritti umani e ora dirige un centro-studi a Oslo. Ma il partito di Bondevik è stato a lungo un sostenitore entusiasta di Israele, e i suoi interessi hanno avuto la meglio su quelli di Vanunu.

Il ministro all’epoca competente delle questioni riguardanti l’immigrazione, Erna Solberg (del partito dei Conservatori), annunciò nel 2005 che la richiesta di Vanunu era stata respinta perché era stata formulata quando Vanunu era ancora residente in Israele. I critici definirono all’epoca tale motivazione come una scusa, e ora anche la stessa Solberg ammette che dietro il rifiuto c’erano motivazioni politiche.

Sebbene la Solberg abbia affermato in altre circostanze che i politici non dovrebbero interferire nelle decisioni burocratiche, adesso difende la sua interferenza e l’estromissione dei funzionari competenti. Mercoledì ella ha detto che concedere asilo a Vanunu avrebbe offeso le autorità israeliane.

“Discutemmo la questione in consiglio dei ministri”, ha detto la Solberg al Bergens Tidende. “Concludemmo che portare Vanunu fuori di Israele si sarebbe risolto in una mossa contro Israele. Sarebbe stato uno sbaglio, rispetto ai processi di politica estera nei quali siamo coinvolti in Medio Oriente”.

Appelli per un riesame

C’è stata una pronta reazione da parte di esponenti dei partiti politici che fanno parte del governo di centro-sinistra. Diversi tra essi stanno già chiedendo un riesame della richiesta di Vanunu.

“Il caso deve essere sollevato immediatamente”, hanno detto Agot Valle e Bjorn Jacobsen del partito della Sinistra Socialista (SV), uno dei tre partiti attualmente al governo. Il leader del SV, Audun Lysbakken ha definito la notizia del rifiuto contro Vanunu “scioccante” e “ipocrita”.

Anche Marit Nybakk, laburista, che guida il governo in carica, ha detto di essere “molto sorpresa” nell'aver saputo della presenza di motivi politici dietro la decisione del precedente governo di negare a Vanunu l’asilo politico. “Dovrebbero esservi ragioni molto serie per negare il diritto d’asilo”, ha detto.

Vita dura a Gerusalemme

Vanunu, nel frattempo, continua a vivere sotto costante sorveglianza a Gerusalemme, con restrizioni sulla sua libertà di movimento e di espressione. Ha detto a Aftenposten di essere senza lavoro, senza reddito e senza aiuti, e di essere costretto a vivere in una singola stanza con altre 12 persone.

Ancora l’anno scorso, Vanunu è stato nuovamente condannato ad altri 6 mesi di prigione, per aver parlato con giornalisti stranieri. La sua condanna è stata commutata in prestazioni al servizio della comunità, ma è consapevole di poter essere condannato di nuovo, in ogni momento, a causa del fatto che sta disobbedendo alle restrizioni poste contro la sua libertà di espressione.

Questo fisico cinquantatreenne, che ha reso difficile a Israele il privilegio di poter condannare i programmi atomici di altri paesi, avendo essa già il proprio, dice di avere ancora una speranza di ottenere asilo in Norvegia. Ha detto che rinnoverà la sua richiesta in tal senso se la precedente non fosse più valida. I tentativi di ottenere asilo in altri paesi sono stati respinti, a causa del precedente norvegese.

Il suo caso è circondato dall’ipocrisia praticamente a tutti i livelli. “Le relazioni della Norvegia con Israele e con gli Stati Uniti sono chiaramente più importanti, per le autorità norvegesi, della considerazione per i diritti umani”, ha detto.

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.aftenposten.no/english/local/article2357455.ece
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Mordechai_Vanunu