Una lettera di Ingrid Rimland




Ecco, sono cinque anni che non vedo mio marito – e ingenuamente avevo creduto, quando i poliziotti del mio paese gli misero le manette ai polsi e i ferri ai piedi, che si trattasse di uno stupido malinteso che si sarebbe dissipato nel giro di qualche ora! Dopotutto, mi dicevo, Ernst sta qui con l’autorizzazione del medesimo governo che gli ha dato una tessera sanitaria, un permesso di lavoro, un numero di sicurezza sociale, un permesso di soggiorno e, nello stesso tempo, un’inchiesta dell’FBI lo ha scagionato da tutte le [precedenti] accuse – senza contare le sette o otto inchieste clandestine dello stesso FBI effettuate sul suo conto per cercare di appurare se aveva fatto qualche porcheria.
Nel momento in cui scrivo queste righe, sabato 1 Marzo, ecco già passati tre lunghi anni da quando Ernst è stato portato via in uno di questi aerei-taxi noleggiati segretamente dal governo mondiale per trasportare i terroristi – un aereo che è costato al contribuente canadese un buon quarto di milione di dollari – per atterrare in un paese che noi crediamo essere la “Germania” ma che si rivela oggi come una colonia d’Israele.
Sono dunque tre anni, il 1 Marzo, al riparo dai media, che Ernst è stato consegnato ai vassalli sionisti tedeschi, a Mannheim, dopo aver passato due anni di freddo e fame nella peggiore prigione del Canada, dove non aveva diritto né a una sedia né ad un asciugamano e dove la luce della sua cella rimaneva sempre accesa.
Questa storia scandalosa di rapimento politico, lasciatemelo dire stringendo i denti, è ancora lontana, ben lontana dall’essere terminata, a condizione che noi sostenitori teniamo duro!
Il nostro primo compito, in questo momento preciso, è di fare in modo che i due anni di prigione in Canada vengano ricompresi nei cinque anni della condanna che gli è stata inflitta – una condanna dal profumo talmudico, da parte del magistrato Meinerzhagen – e di fare annullare il divieto di ingresso [negli Stati Uniti] di venti anni comminata dal governo americano per impedirgli di ritornare nel paese che è anche suo.

Ingrid Rimland è l’animatrice del sito: http://www.zundelsite.org/