La menzogna di Steven Spielberg


IL FATTO CHE SPIELBERG HA CANCELLATO DASCHINDLER’S LIST

Di Michael Hoffman e Alan Critchley (1997)[1]

La liturgia vincente, premiata con gli Oscar, della nostra religione di stato dell’”Olocausto” – il sacro film di Steven Spielberg Schindler’s List – sarebbe finita nel discredito e avrebbe fatto della sua premessa (che l’intero esercito tedesco era costituito da robot omicidi) una barzelletta, se gli spettatori fossero stati portati a conoscenza del fatto che il comandante delle SS del campo di concentramento di Krakau-Plaszow (Amon Goeth), il personaggio malvagio più importante di Schindler’s List, era stato arrestato dalla polizia delle SS, tra le altre cose, per “atti di brutalità e sadismo” contro i detenuti.

La guerra finì prima che Goeth potesse essere giustiziato dalle SS, ma altri malvagi comandanti di campi di concentramento (di Buchenwald e di Lublino) vennero fucilati dalle SS per brutalità contro i detenuti (tra gli altri crimini).

Quest’informazione d’importanza vitale è stata censurata da Spielberg in modo da poter raffigurare l’esercito tedesco nella peggiore luce possibile.

Il fatto che le SS, sotto gli ordini di Heinrich Himmler, cercarono di dirigere i campi di concentramento in modo umano, in parte processando, incarcerando e persino condannando a morte quei responsabili dei campi che si erano macchiati di atti di brutalità, è stato totalmente cancellato da buona parte del dibattito storiografico sulla seconda guerra mondiale.

Una delle figure-chiave, che furono di valido aiuto nella campagna di Himmler per cercare di assicurare i diritti umani nei campi di concentramento, fu l’eroico e incorruttibile giudice delle SS Konrad Morgen. Ecco la sua testimonianza:

Dall’affidavit [dichiarazione giurata] SS-65 del giudice SS Konrad Morgen, IMT [Tribunale Militare Internazionale] vol. 42, p. 556:

“Gli atti criminali individuali – in questi casi con vaste implicazioni – comprendevano: l’assunzione di una licenza di uccidere, da parte di comandanti e dei loro subordinati, nascosta per mezzo della falsificazione di certificati medici di morte.

Condotte arbitrarie, pratiche disoneste, punizioni corporali illegali, atti di brutalità e sadismo, liquidazione di complici non più utili, furti e affarismo da mercato nero.

TUTTI QUESTI REATI VENNERO COMMESSI sia da parte di prigionieri da soli CHE DA PARTE DI PERSONALE DELLE SS: la maggior parte di tali reati venne commessa, tuttavia, da personale delle SS in associazione con kapò (guardie ebree dei campi di concentramento).

L’intervento giudiziario delle SS nei campi di concentramento ebbe inizio con le mie indagini nel Luglio del 1943 e durò fino alla conclusione della guerra. Non sarebbe potuto iniziare prima perché non c’erano sospetti al riguardo.

Vennero arrestati i comandanti dei campi di Buchenwald, Lublino, Warschau, Herzogenbosch, e KRAKAU-PLASZOW.

I comandanti di Buchenwald e Lublino vennero fucilati.

Giunsero a verdetto più di cento casi. Le pene capitali vennero comminate a membri di tutti i ranghi.”

Questa è la realtà che Spielberg non poteva ritrarre nel suo film. L’odio razzista del suo film per i tedeschi in uniforme non poteva tollerare di essere contraddetto dai fatti storici documentati.

Milioni di persone ignorano tali fatti e Spielberg ha aumentato il fanatismo e l’odio presenti nel mondo producendo un’opera di fantasia – Schindler’s List – che demonizza l’intero esercito tedesco, di cui alcuni leader furono in realtà indignati dalla brutalità esercitata contro i detenuti, come lo sarebbe stato ogni altro onesto essere umano, e presero misure dirette a farla cessare.

Ma nella campagna razzista intrapresa per demonizzare i tedeschi, i fatti che non quadrano con lo stereotipo negativo vengono stigmatizzati come “antisemiti” e relegati nel buco nero della memoria.

Gli storici, i giornalisti e il pubblico vengono spronati ad accettare come fossero vangelo le superstizioni di una nuova religione di stato. Se qualcuno osa far notare le menzogne, la censura e il fanatismo prodotti dal culto delle camere a gas omicide viene immediatamente additato come eretico – vale a dire come “antisemita”, “neonazista” o “propalatore di odio”.
La marchiatura riuscita di uno di questi epiteti è sufficiente per causare all’eretico in questione la perdita della propria reputazione, della propria carriera e, in Canada e in Europa, anche la propria libertà e persino la propria sicurezza fisica (in Francia nel 1989 il professor Faurisson venne picchiato quasi a morte).

E’ con questi mezzi – l’inganno, la guerra psicologica, la caccia alle streghe, i processi-farsa, la galera e, infine, il terrore fisico - e solo con questi mezzi che la religione di stato dell’Olocausto mantiene la sua sovranità sui cuori e le menti di centinaia di milioni di persone in Occidente.


[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.revisionisthistory.org/revisionist6.html