Una precisazione sul processo Irving-Lipstadt


HITLER, LA SOLUZIONE FINALE E IL MEMORANDUM LUTHER: UNA RISPOSTA A EVANS E LONGERICH

Di Paul Grubach (2000)[1]

Nella recente azione giudiziaria promossa dallo storico David Irving contro Deborah Lipstadt, uno degli aspetti più interessanti del processo è stato il dibattito sul famoso “documento Schlegelberger”. In questo memorandum, del Marzo 1942, il segretario di stato Franz Schlegelberger afferma che il capo della cancelleria di Hitler, Hans Lammers, lo ha informato che “…il Führer gli ha ripetutamente detto [a Lammers] che egli vuole che la soluzione della questione ebraica venga posticipata dopo la fine della guerra”.

Irving ha argomentato che questo documento mostra che Hitler non aveva un piano di sterminio contro l’ebraismo europeo. Il professore inglese Richard Evans e il professore tedesco Peter Longerich, testimoniando in favore della Lipstadt, hanno cercato entrambi di ridimensionare il significato del memorandum. Mentre Longerich lo ha semplicemente liquidato come “insignificante”, Evans ha cercato di “giustificarlo”.

Nei paragrafi 5.155 e 5.161 della sentenza del giudice Gray, si osserva che il professor Evans ha espresso l’opinione che il soggetto della “nota Schlegerberger” non era probabilmente la questione ebraica in generale, ma piuttosto la questione più ristretta dei matrimoni misti tra ebrei e non ebrei e dei figli di tali matrimoni. Di conseguenza, questo documento non può essere utilizzato dagli storici revisionisti per provare che non c’era una politica di sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, perché esso non si riferisce a tutti gli ebrei, ma solo a una piccola categoria di essi.

Nel volume 13 delle pubblicazioni del tribunale militare di Norimberga (IMT), c’è una discussione riguardante la politica nazista. La prima parte, NG-2586-J, costituita da un memorandum scritto dal funzionario nazista Martin Luther, datata 21 Agosto 1942, è un riassunto di questa politica.[2] Al punto n°8 troviamo questa affermazione estremamente significativa: “All’occasione di un ricevimento del ministro degli esteri del Reich, il 26 Novembre 1941, il ministro degli esteri della Bulgaria Popoff ha toccato la questione di quale trattamento riservare agli ebrei di nazionalità europea e ha fatto notare le difficoltà che i bulgari avevano nell’applicazione delle loro leggi ebraiche verso gli ebrei di nazionalità straniera.”

“Il ministro degli esteri del Reich ha risposto che pensava che questa questione posta da Popoff non era priva di interesse. Già ora poteva rispondergli così, che alla fine della guerra tutti gli ebrei avrebbero dovuto lasciare l’Europa. Questa era la decisione immutabile del Führer e anche il solo modo di controllare questo problema, come la sola soluzione globale ed esauriente che poteva essere applicata, in quanto le misure individuali non sarebbero state di grande aiuto.”

Chiaramente, questo passaggio sostiene la tesi di Irving e mina la tesi rivale di Evans e Longerich. Gli ordini di Hitler sono perfettamente chiari. Riferendosi agli ebrei in generale (contraddicendo in tal modo l’affermazione di Evans) il dittatore tedesco affermò che gli ebrei si sarebbero trovati ancora in circolazione alla fine della guerra (poiché non aveva piani per sterminarli in massa) ed essi avrebbero dovuto emigrare fuori dall’Europa. Questa decisione era “immutabile”, vale a dire che non era soggetta a cambiamenti. Inoltre, questo memorandum di Luther non fornisce nessuna indicazione che ci fosse stato un cambiamento di tale politica nel periodo di tempo tra l’enunciazione della politica ebraica di Hitler al ministro bulgaro nel Novembre del 1941 e la redazione del detto memorandum nell’Agosto del 1942.

Né ci si può trincerare dietro l’opinione di Longerich che il memorandum “Schlegelberger” è “insignificante”, perché abbiamo qui un importante memorandum del 1942 che sottolinea gli ordini di Hitler della “nota Schlegelberger” del Marzo 1942.


[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è consultabile all’indirizzo: http://www.codoh.info/viewpoints/vppgluther.html
[2] Tale documento è stato anche pubblicato nel libro di Arthur Butz, The Hoax of the Twentieth Century [L’imbroglio del ventesimo secolo], Institute for Historical Review, 1976, pp. 205-206, 208-210.