IL CONTRASTO TRA LE FESTE CRISTIANE ED EBRAICHE[1]Estratti dal libro
Suprematismo ebraico, di David Duke.
Il contrasto tra le feste della cristianità e dell’ebraismo illustra la dicotomia tra le due religioni. Il Natale e la Pasqua celebrano temi universali che offrono speranza e salvezza per tutto il genere umano. Il Natale commemora ufficialmente la nascita del Salvatore e celebra il desiderio della “pace sulla terra e della benevolenza verso gli esseri umani”.
La Pasqua, una ricorrenza più tragica, rappresenta la promessa della salvezza universale attraverso la Resurrezione di Cristo. Mentre i cristiani celebrano la benevolenza universale nelle loro feste, gli ebrei celebrano delle storiche vittorie militari contro i loro disprezzati nemici
gentili.
In prossimità del Natale, gli ebrei celebrano la festa di
Hannukkah, una ricorrenza della loro vittoria militare del 165 dopo Cristo contro il loro odiato nemico, il Re – di origini greche – Antioco IV di Siria. La vittoria trova la sua commemorazione nel miracolo delle lampade ad olio del tempio riconquistato.
Quando i cristiani entrano nell’epoca della Quaresima e si preparano alle celebrazioni della Redenzione operata da Gesù, gli ebrei celebrano la pasqua ebraica, una festa che è, anch’essa, basata su un antico conflitto tra ebrei e gentili. La pasqua ebraica è un chiaro riferimento alla notte in cui lo spirito della morte “passò oltre” senza danneggiare le case ebraiche e si fermò sulle case dei loro odiati nemici egiziani, uccidendo tutti i primogeniti, dai neonati ai più anziani. Può scioccare coloro che se ne rendono conto, ma questa è la celebrazione gioiosa di un infanticidio di massa...
Un’altra festa importante è la festa di Lot, chiamata
Purim. Il Dizionario
Random House la descrive come segue:
PurimUn festival ebraico segnato principalmente dalla lettura del libro di Ester e dal pasto di
hamantaschen, che viene celebrato il 14° giorno di Adar, per commemorare la liberazione degli ebrei in Persia dalla distruzione [minacciata] da parte di Haman.
Il festival celebra il massacro, da parte degli ebrei, di migliaia di persiani insieme al loro primo ministro Haman e ai suoi dieci figli. Esso include il pasto simbolico delle presunte orecchie antisemite (le orecchie di Haman – hamantaschen) sotto forma di biscotti triangolari. Un altro dei cibi tipici di Purim è il
Kreplach, che consiste di bocconcini di carne anch’essi di forma triangolare per simboleggiare le orecchie di Haman: tali bocconcini sono fatti di carne tritata, per simboleggiare la carne oltraggiata di Haman. Un’altra cerimonia della festa di Purim vede gli ebrei che colpiscono rami di salice dentro le sinagoghe simboleggianti la fustigazione di Haman. La descrizione del Kreplach viene da una guida culinaria ebraica chiamata “Bon Appetit”.
“Haman Taschen” (Oznei Haman = Le orecchie di Haman).
“Kreplach”: carne tritata coperta con pasta di pane, anch’essa triangolare… La ragione per la quale i Kreplach vengono mangiati a Purim è interessante…In questi giorni è un’usanza tradizionale quella di dare delle botte. Nei tempi antichi, degli uomini venivano frustati prima dello
Yom Kippur e ancora oggi noi colpiamo i rami di salice il giorno di
Hoshannah Rabah. A Purim, colpiamo il nome di Haman. Così i Kreplach sono diventati il cibo tradizionale di Purim (Philip Goldwasser, da “Bon Appetit”).
Leggendo queste cose, ho capito che se qualsiasi altro gruppo all’infuori degli ebrei avesse cerimonie come queste, gli ebrei le definirebbero odiose e barbariche. Immaginate se i cristiani fossero tenuti ad osservare annualmente un rituale nel quale essi preparano e mangiano biscotti che rappresentano le orecchie di Martin Luther King e avessero una sacra cerimonia nella quale lo frustano, sia pure simbolicamente! La festa di Purim viene celebrata annualmente da molto tempo prima della venuta di Cristo ed è stata certamente fondamentale per fomentare l’odio e il sospetto verso i gentili nel cuore e nelle menti dei bambini ebrei. E’ come se le chiese cristiane insegnassero ai nostri figli a colpire simbolicamente i farisei che condannarono Gesù e poi facessero loro mangiare dei cibi che simboleggiano il corpo dei sacerdoti ebrei. Naturalmente, una tale attività sarebbe assolutamente antitetica allo spirito della cristianità, e tuttavia una tale mentalità, piena di vendetta, forma il cuore della tradizione ebraica.
[1] Traduzione di Andrea Carancini
Quello che scrive David Duke è vero: nella tradizione ebraica vi sono effettivamente questi piatti tipici che rappresentano le
orecchie di Haman. Ecco ad esempio cosa scrive Tina Wasserman, un esperta di gastronomia ebraica a proposito delle
Hamantashen: "I cibi dolci esprimono i nostri desideri di un dolce futuro. Gli ebrei sefarditi mangiano biscotti che vengono fritti o cotti con la forma delle orecchie di Haman, che a quel che si dice erano di forma contorta e triangolare" (
http://reformjudaismmag.org/Articles/index.cfm?id=1114 ).
Alla luce di una tradizione come questa, in cui la vendetta è persino qualcosa che si mangia, le storie dei secoli passati di bimbi vittime di omicidi rituali per mano ebraica sono davvero tutte così insensate?